“Letti post acuti” : se non si può tornare a casa dopo l’ospedale
Il secondo piano della Quiete è stato affittato alla cooperativa CSR. Trenta posti riservati a pazienti dimessi dall'ospedale ma che hanno difficoltà a ritornare al domicilio
Una frattura che immobilizza, una ripresa lenta da un’operazione chirurgica, un genitore non autosufficiente che ha bisogno di essere accudito per un paio di settimane. Sono questi alcuni dei casi che trovano risposta nel nuovo piano regionale di letti "post acuti". Si tratta di posti in strutture sanitarie o socio assistenziali che garantiscono un’assistenza infermieristica e medica "h24" per un periodo che va dai 15 ai 30 giorni.
A Varese, da metà novembre, una trentina di letti sono stati aperti con finalità "post acute" all’interno della casa di cura "La Quiete". La gestione del servizio, però, è affidata a una cooperativa esterna alla proprietà Sant’Alessandro ( che ha acquistato nell’agosto 2011 la casa di cura privata): si tratta della CSR il cui presidente è il dottor Marco Santoro, specializzata anche in assistenza domiciliare integrata: « Abbiamo 30 letti accreditati dalla Regione – spiega il dottor Valter Saldarini, responsabile medico del progetto – offriamo assistenza infermieristica e medica in collaborazione con il servizio di guardia medica. I pazienti che arrivano da noi sono stabilizzati, cioè hanno superato la fase critica e dovrebbero far ritorno alla propria casa. Il fatto, però, di non poter ricevere a casa adeguata assistenza, di essere soli o di avere qualsiasi tipo di impedimento sociale può far scattare questa alternativa».
Per poter essere ricoverati in questa struttura, posta al secondo piano della casa di cura La Quiete di via Dante 20, occorre ottenere l’autorizzazione dell’Asl: « Due sono le possibili modalità – spiega il dottor Santoro – l’ospedale può, al momento della dimissione, indirizzare la domanda a noi, oppure è il medico di medicina generale che si fa tramite chiedendo questa soluzione. La cartella viene sottoposta a una commissione di controllo dell’Asl che, nel giro di 24’ore, ci autorizza o meno al ricovero».
Appena arrivato, il paziente, oltre a ricevere assistenza infermeiristica e fisioterapica, ha a disposizione un "care manager" che, d’intesa con la famiglia, predispone un piano per il rientro a casa, ne stabilisce i tempi, prevede il percorso di assistenza, gli eventuali ausili di cui avrà bisogno al domicilio o il servizio di assistenza domiciliare integrata. Il progetto regionale prevede a carico del paziente i costi di vitto e alloggio che, nel progetto alla Quiete, sono di 30 euro al giorno, per camere singole o a due letto, tutte dotate di servizi e ausili sanitari.
L’offerta di letti post acuti è aperta a tutti i residenti in Lombardia purchè non si tratti di casi psichiatrici non compensati, patologie infettive e malati allo stadio terminale: fino a oggi sono stati ricoverati 18 pazienti di cui tre già rientrati al proprio domicilio.
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