Busto e la partita sospesa, cosa dice la città

Sulla vicenda dei cori razzisti che hanno provocato la clamorosa sospensione della partita, diverse visioni a partire dal sindaco Farioli e dal collega di Milano Pisapia. Per il leghista Reguzzoni "non c'era razzismo", per l'Udc Iadonisi "i milanisti devono stracciare gli abbonamenti"

Due sindaci e due reazioni opposte. Il giorno dopo la partita della vergogna tra Pro Patria e Milan, continuano a fioccare le reazioni.
Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, pur condannando i cori razzisti del gruppo di tifosi della Pro Patria contro i giocatori di colore del Milan, stigmatizza su Sky (qui il video) il gesto di Boateng reo di «aver reagito non da professionista, tirando una pallonata contro le inferiate sotto la curva».
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, invece, ha dichiarato di apprezzare «Da interista, il gesto dei giocatori del Milan – ha detto il primo cittadino di Milano – credo che la determinazione dimostrata dalla decisione di abbandonare il campo con il consenso dell’arbitro, sia stata una risposta esemplare. Non basta invocare punizioni dall’alto, né minacciare regolamenti più severi. Ognuno di noi deve fare la sua parte per isolare i razzisti e non accettare alcuna loro manifestazione. La decisione del Milan e’ stata un messaggio forte, pieno di significato».

Per Marco Reguzzoni, deputato leghista di Busto Arsizio, non si tratta nemmeno di razzismo, come scrive sul suo profilo Facebook: «Boateng lancia a 200 all’ora la palla su un tifoso perchè infastidito da "buuu" e cori sulla fidanzata. Tutta l’informazione contro il razzismo di Busto ??!! Ma quale razzismo, è il gesto di una "mammoletta" che guadagna milioni l’anno e non sa fare il professionista. Busto non è razzista, e chi aveva pagato aveva il diritto di vedersi la partita. Basta con il “politically correct” ad ogni costo!». 

Anche Francesco Iadonisi, segretario dell’Udc cittadino sul popolare social network se la prende con i giocatiori del Milan: «Cari amici Milanisti, vi invito a stracciare gli abbonamenti nel caso ne abbiate, se questi signori dovessero tornare e spero di no, lo stadio li dovrebbe accogliere vuoto. Ieri hanno colto la "palla al balzo" per evitare di giocare , magari ancora appesantiti dal pranzo natalizio. Si vergognino di aver offeso una città, lo facessero durante Milan – Inter o Milan – Juve. Ci siamo capiti con poche parole ma chiare e stamattina anche Majer, portabandiera italiana delle olimpiadi di Sidney ha ripetuto lo stesso concetto!!»

Enrico Salomi, consigliere comunale del Pdl, non lascia spazio a interpretazioni e condanna i cori: «Che figuraccia per la città! – e cita il patron della Pro Patria Vavassori – Busto Arsizio e la Pro Patria non sono questi quattro fessi. Via dal "Carlo Speroni" e dalla città!». Ferma anche la condanna di Fabio Pariani di Sel: «Questi signori hanno fatto fare una figuraccia a tutta la cittadinanza mostrando, ancora una volta, come un certo retroterra culturale di stampo xenofobo sia presente sugli spalti. Spero che finalmente sia il sindaco che i dirigenti della società prendano seri provvedimenti affinché simili episodi non possano più accadere in futuro.
Io non voglio essere accostato a simili persone, che non rappresentano i sentimenti di larga parte della popolazione di Busto e sopratutto in quella di Centro Sinistra».

Fatto sta che nella giornata di ieri, giovedì, le parole “Busto Arsizio” e “Pro Patria” sono state associate alla parola razzismo per migliaia di volte in tutto il mondo sui motori di ricerca e quasi tutti i giornali più importanti, sia sportivi che non, hanno riportato la notizia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Gennaio 2013
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