Il Varese rivuole indietro il punto di penalità

Lunedì bollente a Masnago: giovedì si deciderà sul ricorso di revisione della sentenza. Intanto Rosati attacca Pesoli, Milanese sferza Castori e Montemurro zittisce il procuratore di Scapuzzi e Fiamozzi

Se il buongiorno si vede dal mattino, la settimana che porta a Verona-Varese si preannuncia ancor più torrida del previsto. In riva all’Adige Mandorlini traballa dopo la sconfitta di Novara, e la dirigenza ha contattato nientemeno che Devis Mangia – legatissimo a Sean Sogliano – anche se la manovra sarebbe stata stoppata direttamente dalla Federcalcio, da cui dipende il tecnico che guida l’under 21 verso i prossimi europei. A Varese invece si torna a pensare concretamente a quel punto di penalità inflitto mesi fa per il calcioscommesse, e in particolare per il comportamento di Emanuele Pesoli prima della partita (poi persa 5-0) con il Siena.
Pesoli che, guardacaso, era poi finito al Verona insieme a tanti altri biancorossi, anche se a seguito della sua squalifica il contratto non era stato depositato in Lega. Il difensore laziale però nelle scorse settimane si è visto ridurre lo stop da tre anni a dieci mesi, in quanto la sua responsabilità è stata derubricata da "illecito sportivo" a "condotta sleale". E proprio questa è "l’arma" che i legali del Varese utilizzeranno per cancellare quel "-1" in classifica «che continua a darci fastidio ogni volta che leggiamo la classifica» per dirla con il presidente Rosati, che è intervenuto di persona per spiegare le mosse del club biancorosso, illustrate dall’avvocato Stefano Amirante.

REVISIONE – È bene ricordare che lo scorso agosto al Varese erano stati inflitti il punto di penalità e un’ammenda di 30mila euro, sanzioni non appellabili perché arrivate attraverso un patteggiamento. «Oggi però la situazione è cambiata – spiega Amirante – perché a Pesoli, in occasione del lodo arbitrale, è stata modificata l’accusa iniziale». Quella per cui il difensore è stato condannato infatti, è più leggera della precedente e questo cambia le cose anche per la sanzione inflitta al Varese. In caso di "condotta sleale" di un giocatore infatti, il punto di penalità è il massimo con cui si può colpire la società, ma visto che nel caso precedente – quello di "illecito sportivo" – al club biancorosso è stata assegnata la pena minima, gli avvocati hanno preparato la richiesta di revisione. «La revisione non è un appello – avvisa Amirante – ma permette di riaprire un procedimento già definito. Per questo abbiamo depositato un ricorso per revisione in cui chiediamo di rimodulare la sentenza contro il Varese: una domanda che verrà discussa giovedì prossimo (21 febbraio) a Roma alle 13,30, con il verdetto che dovrebbe arrivare subito o, al più tardi, il giorno successivo».

A QUATTR’OCCHI – L’attenzione della società è così rivolta alla Capitale per capire se il punto tolto ad agosto verrà restituito, nella speranza che la squadra non risenta troppo delle vicende legali. Se le cose andassero per il verso giusto però, i biancorossi scenderanno in campo al Bentegodi con tre sole lunghezze di ritardo dall’Hellas. Pesoli non sarà ovviamente della partita, perché la squalifica è ancora in corso, ma a tirarlo di nuovo in ballo è il presidente Rosati in persona. E il numero uno biancorosso non è tenero: «Ai tempi del calcioscommesse il giocatore non ci ha dato ascolto, ha seguito una linea difensiva opposta a quella che gli avevamo consigliato e così il Varese è stato costretto a patteggiare per evitare ulteriori penalità. Io spero che Pesoli sia allo stadio sabato, così avrò l’occasione di parlargli a quattr’occhi e fargli capire certe cose; da allora infatti non ho avuto occasione di incontrarlo direttamente. Mi ha contattato solo con alcuni messaggi che non vi riferirò, ma in cui è tuttora convinto di aver avuto ragione e in cui si ritiene offeso. Dice che il Varese non lo ha supportato e questo non è vero, tanto che gli abbiamo dato la possibilità di incontrare i nostri tesserati, che potevano fargli da testimone, nello studio dell’avvocato Amirante. Poi, certo, non abbiamo condiviso la sua linea difensiva ma questa è stata una sua scelta».

MILANESE: BORDATA A CASTORI
– Come se non bastasse, il pareggio di sabato con la Juve Stabia (foto a lato), frutto di una partita deludente, ha rivelato qualche attrito tra il ds Mauro Milanese e l’allenatore Fabrizio Castori. Il dirigente ha prima rilasciato un’intervista alla Prealpina in cui stigmatizzava certe frasi del tecnico («Ha detto che in campo c’erano giocatori acciaccati ma in panchina c’era gente che stava benissimo»), poi oggi ha rincarato la dose. «Nel corso del mercato la società ha ascoltato e dato fiducia ai consigli di Castori; io di solito non commento le scelte dell’allenatore ma credo che sia anche compito del direttore sportivo quello di valutare alcune mosse. Diciamo che il mio intervento è stato fatto per evitare di sbagliare in altre occasioni. L’unica mia forzatura è stata la richiesta di non trovare scuse per la prestazione perché anche le altre squadre hanno alcune assenze e perché la nostra forza è sempre stata quella di sostituire al meglio chi non può giocare o chi è andato via».

PROCURATORE ZITTITO – Infine, per non farsi mancare nulla, i dirigenti hanno risposto in modo fermo a Giuseppe Riso, procuratore di Riccardo Fiamozzi e Luca Scapuzzi, che a un sito specializzato ha detto che «l’allenatore (del Varese ndr) ha perso due punti e le sue scelte tecniche non sono state premiate». Frasi che hanno indispettito tanto Milanese quanto l’ad Enzo Montemurro: «Mi pare che il procuratore sia andato in fuorigioco – dice Montemurro – È logico che un agente pensi a "pompare" i propri giocatori ma in questo caso si è andati oltre». Ancora più netto Milanese, che ha un breve passato in quella professione: «Ha sbagliato a parlare così, senza ombra di dubbio: diffondere certe opinioni in quel modo, su un sito a respiro nazionale è un errore. Lo incontreremo per un chiarimento».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Febbraio 2013
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