Vendola: “Il sogno degli Stati Uniti d’Europa passa per la Lombardia”

Il leader di Sel ha incontrato i propri candidati alle regionali e ha tenuto un incontro sollecitato dalle domande di Marco Giovannelli e Federico Biachessi

vendola“Il risultato delle elezioni lombarde è fondamentale per tutto il continente e non solo per il nostro paese. Il sogno degli Stati Uniti d’Europa passa per la Lombardia”. Nichi Vendola è arrivato a Varese consapevole che qui si gioca una sfida epocale per la politica. Di fronte a una platea di oltre duecento persone ha parlato soprattutto della regione.

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Questo territorio è stato bloccato per anni a causa del racconto della Lega. «Padroni a casa nostra» che coltiva il rinculo identitario con l’idea malata della macro regione contiene un veleno che ammorba il Nord. Non c’è salvezza fuori dall’unità nazionale, perché la Lombardia è troppo piccola. È vero che è la locomotiva del paese e Milano è stata a lungo il luogo dell’immaginario per il Sud, ma oggi è chiaro che se ci si chiude non si va da nessuna parte”.
Il leader di Sinistra ecologia e libertà governa la Puglia dal 2005 e, pur nelle differenze profonde, viene naturale un confronto con una diversa visione del modo di amministrare.
“Se ci si chiude non si va da nessuna parte. La Lombardia oggi paga questa visione un po’ cavernicola della Lega. L’identità è un dono e la differenza ci arricchisce. Le radici sono una caratteristica degli alberi non degli uomini, che invece hanno le gambe per camminare. Noi in questi anni abbiamo cambiato la sanità al punto che la curva delle migrazioni per ragioni sanitarie da tre anni è in costante calo e oggi abbiamo casi di eccellenza in diversi campi. Abbiamo fatto dell’innovazione un elemento fondamentale della nostra regione”.
Vendola parte da qui per parlare del lavoro e dello sviluppo. “Occorre riattivare una vera politica industriale perché in questi anni ci siamo occupati di fidelizzare i managment. Un esempio è sotto gli occhi di tutti con Orsi e Finmeccanica. Negli ultimi anni il Governo si è disinteressato dello sviluppo basta guardare a quel ministero. Prima ricoperto da Scajola, ovvero da nessuno tanto che poi l’ex premier ha ritenuto si potesse anche non sostituire. Così quando abbiamo avuto la necessità di avere un interlocutore a Roma c’era da diventar matti. Ce la siamo cavata da soli, ma in alcune situazioni questo non è possibile. In ogni caso negli ultimi tempi la Puglia è diventata attrattiva di investimenti esteri tanto che gli inglesi vengono a produrre con Om 45mila taxi per Londra. La Boing investe a Grottaglie. Noi non ci mettiamo a piangere e reagiamo alla crisi, ma occorre aver chiaro che tutti abbiamo due problemi profondi: la dimensione e la qualità. Non è più vero che “piccolo è bello”, occorre riorganizzare il sistema con un lavoro sulla filiera. Quanto alla qualità è fondamentale attivarsi per una reale innovazione di processo e di prodotto. La politica ha le competenze per la politica industriale”.
L’economia però non è solo manifattura, ma nel caso del nostro paese anche cultura e spettacolo. Vendola ha raccontato quali sono stati i cambiamenti in Puglia nel campo della musica e del cinema. “Abbiamo affidato alla Bocconi la misurazione degli effetti economici dell’investimento in cultura. Un parco archeologico è come una fabbrica. Vi lavorano tantissime professionalità che permettono una buona occupazione. Poi non è solo una questione economica, ma di ricchezza culturale, del gusto del bello e della memoria storica. Non si esce dalla crisi se non si rimette al centro il lavoro e a scanso di equivoci dico con chiarezza che la Cgil è un patrimonio fondamentale per tutto il Paese”.
A questo proposito il leader di Sel non ha timori nel toccare due argoenti delicati: le grandi opere e le fabbriche di armi. “Io non sono contrario alla Tav per furore ideologico. Noi la stiamo facendo tra Bari e Napoli, ma quella è un’opera fondamentale per lo sviluppo del Sud che guarda al Mediterraneo e all’integrazione della mobilità. Prima di deciderla abbiamo incontrato tutte le comunità e sono state fatte della varianti per consentire al maggior numero di persone di averne effettivi vantaggi. Non è la stessa cosa per quella galleria tra Italia e Francia. Su Finmeccanica invece vorremmo sapere perché si è progressivamente spostata la produzione sul militare. Non sono per cessare quel tipo di attività, ma il business del settore civile è altrettanto forte e non si capisce perché non lo si persegue con la stessa determinazione”.
La fine del suo intervento è dedicato alla politica, ai sogni, alle speranze, ma anche alle autocritiche. “Il populismo è nella pancia delle crisi europee. Permette di dare spiegazioni semplici alla crisi dell’identità. La destra in questi anni ha fatto bene il suo lavoro. In alcuni casi è mirabolante la capacità di tenere insieme mondi, anche co l’aiuto della Lega. Chi ha fatto male è la sinistra perché non sa proporsi come alternativa, con i propri valori e i propri progetti. Lanciare le maledizioni verso gli avversari politici è sprecare fiato. Il centro sinistra troppo spesso ha fatto battaglie per ottenere la riduzione del danno. Noi invece dobbiamo riprendere un cammino che faccia sperare in un mondo migliore. Sappiamo farlo, dobbiamo farlo”.
Applausi a scena aperta ed è difficile rendere con le parole scritte quella forma dialettica che contraddistingue Nichi Vendola.

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Pubblicato il 14 Febbraio 2013
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