In Parlamento a 28 anni. “Porteremo un’altra politica”

Davide Tripiedi ha iniziato ad avvicinarsi alla politica grazie a Beppe Grillo. Cita Berlinguer, conosce Pippo Civati perchè è nato e cresciuto a Desio, nella stessa Brianza del neo parlamentare del Pd. La spinta a candidarsi nel suo paese già dal 2009 nasce dalla voglia di dire basta a una politica lontana dalle persone. "Facevo l’operaio, ma da oggi sarò parlamentare a tempo pieno". L’ho conosciuto per caso in una trattoria vicino alla stazione Termini. Uno di quei posti popolari, fuori dai circuiti del grande turismo. Una serie di cartelline della Camera dei deputati e alcuni discorsi mi hanno fatto capire che questo era stato il suo primo giorno a Montecitorio. Non potevo sapere se da parlamentare o altro. Alla fine della cena, consumata fianco a fianco perchè il locale era stracolmo, non ho resistito a fargli qualche domanda. Lui, timido, molto serio, all’inizio era sulla difensiva, poi, complice il mio essere " diverso e una persona normale" come mi ha definito lui, ci ha permesso di aprire una chiacchierata serena sulle sue scelte e sul futuro del Movimento 5 Stelle. "Noi non faremo inciuci con nessuno. Siamo arrivati in Parlamento per proporre un’altra politica e non certo per fare accordi con i vecchi partiti che ancora adesso non hanno capito cosa sta succedendo. Hanno fatto senza di noi fino adesso, possono continuare a farlo. Noi non cadiamo alla tentazione del canto delle sirene". Davide Tripiedi ha 28 anni. Alla fine della cena, prima di iniziare una qualsiasi conversazione ha chiesto al cameriere due conti separati per la ragazza che lo accompagnava. "È giusto così perché noi siamo per una reale moralità della politica e per un taglio serio dei costi".
Alla mia domanda su quanto il Movimento sia legato solo a Grillo, Davide non ha dubbi. "Lui è il nostro megafono, ma poi in Prlamento e nella amministrazioni lavoriamo noi e vogliamo credere che riusciremo a cambiare il sistema. Grillo ha il merito di aver avvicinato alla politica gente comune come me, che facevo l’operaio. Il mio impegno è iniziato con le elezioni comunali, poi ho contribuito, insieme ad altri cittadini, alla fondazione del movimento a Desio ed ora eccomi qui".
Nelle parole di Davide c’è la consapevolezza della difficoltà del compito che si sono dati. C’è anche tutta la rigidità di chi finora ha fatto crescere consensi grazie ad alcune parole d’ordine che hanno ragioni e che sono animate da un modo diretto e dirompente come quello usato da Grillo. In ogni caso non può non colpire un percorso fatto di coerenza e passione. "Partiti e giornalisti farebbero bene a rileggere l’intervista che fece Scalfari a Berlinguer. Questo grandissimo politico denunciava già la distanza dei partiti dalla società. Denunciava la collusione con i poteri e ora si stupiscono tutti. Bastava vedere cosa stava succedendo nelle piazze piene ogni volta che facevamo iniziative. Ora, gli stessi che non sono stati capaci di cambiare una legge elettorale assurda, vogliono dare la colpa a noi. Governino loro se ci tengono".
Ci lasciamo con il proposito di risentirci anche se la diffidenza di Davide resta. "Non sono ancora abituato a fare interviste. Con te è stato diverso perché è nata spontaneamente e poi sembri uno normale". Mi ha lasciato la sua email ma non il cellulare. Con i giornalisti non si sa mai. E come dargli torto.