L’appello degli industriali: “Non si puo’ più perdere un solo minuto”
Il sistema confindustriale della Lombardia, che rappresenta 19mila imprese per un totale di 900 mila dipendenti, parla «di codice rosso» e «massima urgenza». Giovanni Brugnoli (Univa): «Bisogna rifinanziare la cassa in deroga che scade a luglio, altrimenti ci saranno problemi sociali»
Lo hanno chiamato «codice rosso» per rimarcare la massima urgenza. È l’appello che Univa e tutto il sistema confindustriale lombardo, che riunisce 12 associazioni, ha rivolto alla politica: «Non si puo’ più perdere neanche un minuto». Il tempo fugge e la voce si trasforma in urlo a cui partecipano oltre 19 mila imprese rappresentate per un totale di circa 900 mila dipendenti, di cui 1.350 per 70 mila addetti solo a Varese.
Giovanni Brugnoli, presidente di Univa, non nasconde la sua preoccupazione. D’altronde i numeri che elenca non lasciano spazio a interpretazioni: nel 2012 il Pil (prodotto interno lordo) lombardo è calato del 3,7%, i consumi dei cittadini sono diminuiti del 3,2%, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,9% (quello varesino ha toccato l’8,5%), dato che raggiunge la drammatica quota del 25,4% (del 25,2% in provincia di Varese) per quanto riguarda i giovani. «In questo quadro – sottolinea Brugnoli – mancano gli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali: la cassa in deroga è finanziata fino a luglio, dopo bisognerà trovare 150 milioni di euro e se non viene rifinanziata ci saranno problemi sociali».
Parlare di sopravvivenza, nella culla del manifatturiero italiano, sembra una bestiemma. Eppure questa è la condizione che vivono molte imprese nella terra di Mister Ignis, al secolo Giovanni Borghi, simbolo del boom economico italiano. Il credit crunch, le sofferenze dei confidi, la mancanza di certezze sullo sblocco dei crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, l’annunciato aumento dell’Iva e la spada di Damocle rappresentata dalla Tares, la nuova tassa sui rifiuti spostata a fine anno, aumentano a dismisura il senso di pesantezza di una crisi che sembra destinata a non finire.
Brugnoli parla di «strabismo» della politica, incapace com’è di mettere a fuoco una realtà sotto gli occhi di tutti i cittadini (tranne che dei politici). Per dare ossigeno al sistema basterebbero tre azioni: rapidità di decisione, immediatezza di realizzazione e un minimo di certezza sulle decisioni.
«Se in questa situazione – dice il presidente degli industriali varesini – l’export tiene, figuriamoci se si eliminassero un po’ di balzelli e burocrazia».
Univa annuncia un incontro che si terrà nei prossimi giorni con il mondo del credito, altro elemento critico in questa fase: da una parte le banche dicono che gli impieghi sul territorio non sono diminuiti, dall’altra le imprese lamentano la difficoltà di accedere al credito. «Nel rapporto tra sistema bancario e sistema imprenditoriale – dice il presidente di Univa – non ci devono essere zone d’ombra. Le banche devono tornare a fare quello che facevano un tempo: andare nelle aziende e sporcarsi le mani per valutare nella realtà il merito del credito».
Vittorio Gandini, direttore di Univa, sottolinea l’importanza di recuperare autorevolezza nei confronti dei competitor e partner commerciali stranieri e di reagire all’impasse mostrando, oltre alle cose che non vanno, i tanti asset positivi del Belpaese. «È dal 2007 che le imprese soffrono una modificazione strutturale del sistema economico – conclude Gandini – e nonostante questa situazione agli imprenditori non manca la volontà di andare avanti. Occorre perciò che qualcuno decida. È vero che chi prende decisioni puo’ sbagliare, ma non decidere ci pone davanti alla certezza di sbagliare».
In questi ultimi vent’anni, è accaduto raramente che il sistema confindustriale lombardo lanciasse all’unisono un appello così chiaro e forte al sistema politico. Segno che la situazione è proprio grave.
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