Legambiente: “Non ci sono i motivi per l’ampliamento di un aeroporto zoppo”
Di Simine e Balotta: «I boschi del Ticino sono la vera infrastruttura strategica, di preminente interesse nazionale»
Riceviamo e pubblichiamo
Il Governo, per bloccare il parere inequivocabilmente negativo del Ministero dell’Ambiente sul master plan di Malpensa, ha tirato in ballo i motivi di interesse nazionale. Ci si ostina a voler spendere altri 1,4 miliardi per un aeroporto zoppo e già gravemente sottoutilizzato. Come non ricordare che per Malpensa 2000 si sono già spesi oltre 2 miliardi di euro ed i risultati sono stati modesti? Perché distruggere il Parco del Ticino e far pagare al territorio un enorme prezzo ambientale senza nessuna garanzia di sviluppo? A dimostrare la preziosità di queste zone ci ha pensato anche la recente notizia della ricomparsa di un lupo. Il ritorno dell’esemplare, purtroppo investito sulla bretella autostradale dell’aeroporto, dimostra che l’asse del Ticino è un importantissimo corridoio ecologico che permette il mantenimento e il passaggio delle specie animali, e che verrebbe inguaribilmente compromesso se si attuassero i progetti di Malpensa.
Prevalgono scelte politico-clientelari sull’interesse generale ed in particolare su quello, davvero preminente, di preservare il corridoio ecologico del parco del Ticino, l’infrastruttura ambientale più strategica del Nord Italia. Neppure il benestare al Master Plan del presidente della Lombardia Roberto Maroni della scorsa settimana ha fatto cambiare idea ai tecnici del Ministero che, giustamente, ritengono irrimediabilmente distruttivo un maxi intervento che consumerebbe altri 440 ettari di suolo. E non per migliorare le prestazioni aeroportuali, ma esclusivamente per l’interesse immobiliare di SEA, che vorrebbe trasformare il bosco in una foresta di capannoni.
Legambiente dunque contesta in via preventiva la sussistenza di un prevalente interesse nazionale legato all’ampliamento del sedime aeroportuale, un pretesto che nasconde invece un molto contingente interesse patrimoniale della società di gestione aeroportuale. La grave crisi di Sea, strategica e finanziaria, si può risolvere con nuovi modelli organizzativi e maggiore efficienza gestionale. Il territorio va tutelato maggiormente e vanno recuperati i gravi ritardi nelle mitigazioni ambientali che in questi anni sono già state colpevolmente rinviate con il placet di Formigoni.
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