Mazze e coltelli in mano: “Paga il pizzo”
Un uomo di 42 anni e due minorenni sono stati arrestati dai carabinieri dopo che avevano messo a soqquadro un locale e picchiato proprietari e clienti. Anche tre carabinieri sono rimasti feriti
Volevano il pizzo dal proprietario di un bar di Samarate. Davanti al suo "no" hanno estratto spranghe e coltelli e hanno picchiato lui e i clienti all’interno del locale, hanno distrutto le vetrine e si sono scagliati anche contro i Carabinieri che sono giunti sul posto, ferendone tre. Protagonisti di questa notte di follia un albanese di 42 anni e due rumeni minorenni, di 16 e 17 anni. I tre si sono presentati ad ora tarda ieri sera, domenica, in evidente stato di ebbrezza alcolica, hanno chiesto al proprietario dell’esercizio pubblico il pagamento di una somma di denaro a titolo di “pizzo”, minacciandolo apertamente nonostante la presenza di altri clienti; al rifiuto opposto dal titolare, il “branco” decideva di passare alle vie di fatto: recuperando delle spranghe e dei coltelli posti all’interno della loro autovettura, mettevano a soqquadro il locale con una violenza inaudita e picchiavano selvaggiamente il titolare, suo figlio e alcuni clienti presenti all’interno; inoltre, nonostante questi ultimi fossero riusciti a mettersi al riparo barricandosi disperatamente all’interno del locale, i tre aggressori non si sono fermati neanche all’esterno, spaccando le vetrate esterne e danneggiando gravemente i veicoli parcheggiati sulla pubblica via.
Successivamente, nonostante l’arrivo di due pattuglie di Carabinieri immediatamente intervenute sul posto, il branco non si è placato ma si è scagliato contro questi ultimi, ferendone tre prima di venire immobilizzati da altri militari che sono dovuti intervenire in soccorso ai propri colleghi. Gli aggressori, inoltre, anche dopo essere stati ammanettati, continuavano a dimenarsi con calci e sputi indirizzati ai Carabinieri. Una volta accompagnati in caserma, terminate le formalità di rito, i militari procedevano all’arresto di tutti e tre i componenti del “branco” e, d’intesa con l’Autorità Giudiziaria ordinaria e minorile competente, procedevano al loro accompagnamento presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio e l’Istituto penitenziario minorile “Cesare Beccaria” di Milano.
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