Tiziana Pittau: “Non è una questione di soldi ma di morale”
L'esponente del Movimento 5 Stelle precisa quanto è stato detto sulla sua vicenda dalla stampa: "Dal momento in cui la Mangilli ha rinunciato a dimettersi il gruppo doveva comunicare con chiarezza il perchè di certe decisioni"
Tiziana Pittau non ci sta a passare per quello che non è e precisa, con una nota, il suo pensiero in merito al suo caso all’interno del gruppo del Senato del Movimento 5 Stelle. La questione di fondo del suo rapporto col gruppo, e che critica ai suoi "quasi colleghi", non è quella economica ma quella morale. La Pittau è stata prima chiamata a Roma dal capogruppo Crimi per cominciare a lavorare con gli altri senatori e poi lasciata in una specie di limbo fino a quando, a metà maggio, la decisione di rimanere senatrice della Mangilli è diventata definitiva. Di seguito le sue parole inviate a Varesenews.
Io non lancio un appello attraverso la stampa perchè mi rimborsino le spese ma è un richiamo a una più ampia presa di responsabilità nei confronti della questione. Chi si è preso la responsabilità di chiamarmi a partecipare ai lavori del Senato, ai primi di marzo, credo si debba poi prendere la responsabilità di gestire le modalità della mia partecipazione e la mia fuoriuscita. Se il presidente del Senato proclama che una persona si dimette e un altra subentra facendo pure il mio nome mi aspetto che, quando è accertato che questo non accadrà, si rettifichi il proclama. Mi chiedo anche che senso abbia avuto fare un simile annuncio il 15 marzo e a che scopo quando si doveva aspettare che il fatto prima avvenisse e poi fosse ratificato. Solo in quel momento aveva un senso proclamarlo. Porrei l’attenzione sul fatto che nessuna comunicazione ufficiale in merito è stata data, come se si fosse voluto dare un segnale forte a parole e non perseguirlo con le azioni. Denuncio una mancanza di coerenza da parte di tutti, della persona, dei giornalisti, di chi mi ha accolto come una di loro dandolo per scontato anche se di fatto le cose non stavano così e per normalizzare la situazione occorreva sicuramente un minimo di strategia politica. Il fatto che Giovanna Mangilli ritornasse sui suoi passi ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti immagino poichè era sicuramente un problema in meno da affrontare visto che erano già stati abbondantemente sbeffeggiati. Non avendo trovato adeguato sostegno quando si trattava di gestire le dimissioni, chiedendo ripetutamente al gruppo che la questione venisse posta all’ ordine del giorno perchè desideravo che il gruppo con gli strumenti che gli sono propri si esprimesse ufficialmente in merito a quali erano le sue intenzioni, mi sono presentata all’ indomani dell’ufficiale rientro di Giovanna per dare loro la possibilità di gestire almeno in maniera degna e ufficiale la mia dipartita ma Vito Crimi si è dichiaratamente defilato. Non ha fatto neanche la finta di comunicarlo ufficialmente dato che qualcuno la mia email poteva anche non averla letta. Qualcuno poi ha preso l’ iniziativa di cancellarmi dal google group dei senatori e qualcuno da quello di whatsup ma senza un minimo di preavviso, come quando ti tagliano i fili del telefono perchè non hai pagato o per isolarti. Ci sono ancora tanti fili a cui qualcuno mi ha collegato e a cui non è mai venuto in mente di scollegarmi, magari neanche lo sanno. In quei giorni è capitato che mi abbiano visto in luoghi a cui solo i parlamentari avevano accesso e mentre sono fermamente convinta che alcuni abbiano ritenuto che io fossi ancora senatrice, altri sgranavano gli occhi ma non facevano domande. Diciamo che sono comportamenti tipicamente umani, come andare a prostitute, solo che quando lo fai all’ interno delle istituzioni ci sono delle responsabilità di carattere etico e morale.
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