La ferrovia Arcisate-Stabio si è bloccata ancora
Oggi alle 13 i cantieri hanno chiuso e i lavoratori della Ics sono in cassa integrazione a zero ore. Lo annunciano i sindacati. Proteste dei sindaci. Il Pd attacca l'assessore Del Tenno che aveva giurato: "Non chiuderà"
Il cantiere della ferrovia Arcisate Stabio è bloccato da stamattina alle ore 13. Lo affermano i sindacati Cgil Cisl Uil, che hanno effettuato un sopraluogo a Gaggiolo nel campo base, e nei cantieri di Arcisate e della Valle della Bevera (dove dovrebbe sorgere un ponte), constatando che gli ingressi sono stati bloccati e che le macchine sono tutte spente. «E’ proprio così – conferma Flavio Nossa della Cgil di Varese – da oggi alle 13 tutti i lavoratori della Icd, circa 70 sui 200 complessivi, sono in cassa integrazione a zero ore. Il cantiere lungo tutta la tratta italiana è inattivo. Per lunedì mattina alle 11 abbiamo convocato una conferenza stampa. L’assessore regionale Del Tenno, aveva affermato, la scorsa settimana, che la situazione era sotto controllo. Vorremmo capire che cosa intendesse dire visto che il risultato è questo». (foto, la galleria della Bevera)
IL PRIMO STOP A MAGGIO
LE FOTO DEL CANTIERE IL 24 MAGGIO
Il blocco di oggi è paradossale. Pensate che domani mattina, la Ics, ovvero l’azienda che sta costruendo la ferrovia sia in Italia che in Svizzera, ha invitato i sindaci della valle all’open day oltreconfine, dove saranno mostrati i lavori effettuati, dalla stessa azienda, tra Stabio e Mendrisio, oramai giunti quasi a conclusione. Stessa ditta, stessa ferrovia due paesi, e due risultati molto diversi. Ecco a che punto siamo arrivati. Perché? In sostanza, i costi di smaltimento delle terre da scavo, in Italia, vengono contestati dall’azienda perché l’aggravio determinato dall’impossibilitò di riutilizzare le terre all’arsenico sarebbe stato scoperto solo dopo la firma del contratto di appalto.
«Il giorno 11 giugno il tavolo regionale aveva stabilito che l’assessore Del Tenno avrebbe avuto 90 giorni di tempo per risolvere i problemi dei costi – aggiunge Nossa della Cgil -. Ma la soluzione non c’è e la ditta ha chiuso. Il nostro timore è che i lavoratori vengano colpiti da licenziamento collettivo per fine cantiere. Se accadrà, la ferrovia rimarrà ferma almeno due anni».
La soluzione ipotizzata a giugno era che le terre all’arsenico venissero smaltite in due cave ad Arcisate e Viggiù. Ma ora i sindaci sono terrorizzati: «E’ una brutta notizia ed è anche una beffa – afferma Maria Angela Bianchi sindaco di Induno Olona – qui chiudono e poi ci invitano in Svizzera a visitare la ferrovia elvetica che è quasi ultimata. Forse l’hanno fatto per dimostrare che non hanno colpe, ma nessuno ci ha spiegato davvero come stiano le cose».
E ancora: «Quello che sta accadendo è inaccettabile ma non mi stupisce per nulla – afferma il sindaco di Arcisate Angelo Pierobon – era da tempo che nel cantiere non si lavorava più. Nell’ultima riunione martedì scorso si è ipotizzata una soluzione che però è arrivata troppo tardi. Si parlava di un cambiamento del quadro economico per risolvere il problema dei costi, ma dovrà essere approvato dal Ministero e poi dal Cipe; insomma, tempi lunghi. Questi non sono problemi che si risolvono in pochi giorni».
«La chiusura del cantiere è una pessima notizia – commenta invece il capogruppo del Pd al consiglio regionale Alessandro Alfieri – quando in primavera il Pd chiese alla Regione di entrare in campo ci diedero degli allarmisti. Ora è chiaro che l’assessore Del Tenno ci ha raccontato solo delle grandi storie, visto che ancora tre giorni fa ci rassicurava sul riavvio dei lavori. O ci ha preso in giro o le cose accadono senza che se ne accorga». Alfieri assicura però che il Pd si attiverà con il governo per cercare una soluzione.
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