Calil: “Amo Varese e voglio portarla in alto”

L'attaccante brasiliano è uno dei volti nuovi di questa stagione e con la maglia biancorossa vuole togliersi importanti soddisfazioni: "Il mio sogno è la serie A e con la squadra che abbiamo si può sognare"

È stato il primo acquisto del Varese 2013-2014; arrivato a parametro zero dal Crotone, ha dimostrato di essersi ambientato immediatamente alla piazza biancorossa, che lo ha accolto a braccia aperte. Caetano Prosperi Calil, attaccante fantasioso nato nel 1984 a Guaxupè, nello stato di Minas Gerais in Brasile, ha tutto per fare bene ai piedi del Sacro Monte, come mostrato in queste prime giornate di campionato.
 
Calil, ci racconti qual è stata la sua carriera fino ad oggi.
«A 12 anni sono entrato nelle giovanili del Sao Paolo, poi ho girato un po’ per il Brasile, passando dal Santos, dal Cruzeiro e dall’Avaì tra le altre, prima di arrivare nel 2007 in Italia, al Siena. Con i toscani non ho giocato molto, solo due presenze, e così sono andato a Crotone. In Calabria ho giocato prima nel 2008-2009, poi, dopo due anni al Frosinone, sono tornato e sono rimasto fino all’anno scorso».
 
Poi è arrivata la chiamata dal Varese, quando è nata l’intesa?
«Sapevo che il ds Milanese mi stava cercando e così a febbraio ci siamo incontrati una prima volta e non ci abbiamo messo molto a trovare l’accordo. A giugno, quando il mio contratto con il Crotone è scaduto, sono passato in biancorosso».
 
Alla presentazione in piazza Montegrappa ha detto che si era innamorato di Varese. A due mesi da allora cosa può dire?
«Mi ripeto: amo questa città e le persone. Io qui mi trovo benissimo, si vive bene, il gruppo è bello e si lavora alla grande».
 
In campo la si può definire un “jolly offensivo”, che può fare quasi tutti i ruoli in attacco. A lei dove piace di più giocare?
«É vero, in questi sette anni in Italia mi sono abituato a coprire più ruoli dalla metà campo in su e quest’anno sto imparando anche a fare il laterale di centrocampo nel 4-4-2, ruolo inedito per me. Per dire cosa mi piace bisogna tener conto che il calcio in Brasile è meno “inquadrato”: i giocatori come me sono liberi di muoversi in avanti con molta libertà. Ecco, a me piace fare quello, ma mi adatto a tutto e ho imparato a coprire ogni zona di campo».
 
Passiamo alla stagione e alle note dolenti. Venerdì sera a Padova, dopo un buon primo tempo, nella ripresa avete subito la rimonta dei biancoscudati: cosa è successo?
«Nel primo tempo ci sembrava tutto facile, arrivavamo in zona gol senza grossi problemi, eravamo padroni della partita, ma quando ho fallito la palla del 3-1 loro hanno preso coraggio e noi abbiamo fatto due errori che non avevamo mai commesso prima. Dispiace, ma credo anche che nel corso di una stagione ci possano stare dei passi falsi, del resto siamo esseri umani».
 
Domenica al “Franco Ossola” arriva il Trapani, una delle sorprese di questo inizio campionato. 
«Sono una squadra che sa segnare tanto e noi dovremo prestare tanta attenzione. Lo spirito e la cattiveria devono essere quelli giusti, rispettando l’avversario. Per il resto credo che giocando come stiamo facendo possiamo ottenere un buon risultato».
 
Vuole fare una promessa ai tifosi del Varese?
«Non ho promesse da fare, ma voglio arrivare più in alto possibile quest’anno. Il mio sogno rimane la serie A e con una squadra forte come questa ci si può arrivare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Ottobre 2013
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