Cattaneo: Se fossi stato al Senato avrei anch’io votato la fiducia
La posizione dell'esponente del Pdl e Presidente del Consiglio della Lombardia
Il Governo Letta ha ottenuto la fiducia e personalmente me ne rallegro: in questa situazione non abbiamo bisogno di una crisi, ma di un governo. L’Italia e l’interesse degli italiani devono realmente venire prima di ogni altra considerazione, comprese le legittime valutazioni di parte. Se fossi stato al Senato avrei anch’io votato la fiducia.
Ora però è lecito attendersi un rinnovato slancio nell’azione del governo e qualche decisione chiara in materia fiscale. Va bene il Governo Letta ma non vogliamo il governo delle tasse! Tornare indietro sull’aumento di un punto dell’IVA sarebbe un segnale dal grande valore simbolico. Interventi seri sul cuneo fiscale devono arrivare a breve. La Service Tax non deve essere un’IMU mascherata, ecc. la conferma della fiducia da parte del PDL aiuterà a tenere la linea anti-tasse.
Inoltre è giusto attendersi dal governo Letta segnali nella direzione della pacificazione richiamata da Berlusconi nel suo intervento. Se Letta non darà alcun segnale di apertura al PDL e a Berlusconi che gli rinnova la fiducia compirà un errore politico che pagherà caro in futuro. Non faccia l’errore di voler stravincere! Ascolti invece le legittime considerazioni che arrivano dal Centrodestra sulla giustizia da riformare e sull’agibilità politica del leader. Su questo mi attendo che Letta batta un colpo nell’interesse del Paese anche se non fosse in quello del PD.
E veniamo al nostro partito. Quello che è avvenuto nel PDL può sconcertare molti ma è carico di significati politici.
La posizione ferma, virile e chiara nei contenuti e nelle conseguenze politiche dell’ala moderata ha portato a un risultato inatteso, quale certamente è il ripensamento di Berlusconi. Un risultato per me importante, significativo, positivo. Se nessuno oggi può incolpare né il PDL né il suo leader di aver anteposto i propri interessi a quelli dell’Italia e degli italiani, lo dobbiamo al coraggio e alla schiena diritta dei ministri Lupi, Quagliariello, Lorenzin.. di un gruppo di senatori come Formigoni, Sacconi… di Cicchitto e soprattutto di Alfano. Da oggi nel PDL si apre una fase nuova, nella quale posizioni politiche sostenute con chiarezza e forza possono prevalere su indicazioni calate dall’alto. Non mi sfugge il significato politico di questo evento, che rappresenta una indicazione netta anche per la nascente Forza Italia, un partito che dovrà essere democratico e legittimato dal basso, dal territorio, da scelte discusse e condivise ad ogni livello.
Al tempo stesso va riconosciuto lo sforzo di garantire l’unità del partito: chi era stato indicato come traditore e fedifrago ha tracciato una linea seguita da tutti, anche perché tutti riconosciamo che l’unità è un valore. Anche di questo occorre dare atto e merito.
Ora cosa accadrà? Mi auguro che il Governo riprenda subito a governare senza tentennamenti e con le scelte chiare e rapide che la situazione richiede. E mi auguro altrettanta chiarezza nel partito: che ci sia un confronto leale e franco sulla linea politica e non pateracchi o peggio rigurgiti rapaci e vendicativi. L’unità non è l’uniformità e richiede condivisione dei valori e confronto sulla linea politica. In un partito che sappia rispettare l’amore alla libertà iscritta nel suo nome e nella sua storia anche nei comportamenti dei leader e dei militanti.
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