“Io mi vergogno”

L'iniziativa del sindaco di Gemonio che ha tolto la bandiera a lutto richiesta dal Governo per la strage di migranti a Lampedusa ha suscitato molte reazioni. Sono arrivate in redazione diverse lettere. Ecco quella di Valeria, 26 anni, che invita a riscoprire due parole belle come "empatia" e "solidarietà"

Carissima Varese News,
è tutto il pomeriggio che penso a un vostro post su facebook, quello in merito al sindaco che non ha accettato il lutto nazionale e devo sfogarmi, dire ciò che penso.
Mi sembra una vergogna , non voglio nemmeno commentare ciò che ha fatto il sindaco, ha dimenticato cos’è il rispetto per un essere umano? Ma quello di cui mi vergogno di più sono i commenti della gente sotto il post. La libertà di pensiero è sacra, ed è giusto esprimere le proprie opinioni, ma queste mi hanno fatto vergognare profondamente. Sono morte più di duecento persone, bambini, ragazzi, donne, donne incinta, uomini tutti disperati. Ho parlato di persone e non di immigrati, perché è questo che sono innanzitutto PERSONE, con un cuore che batte, che soffre ed è felice uguale al nostro, persone che meritano di essere ricordate, rispettate, che sono morte in un modo orribile, che hanno affrontato un viaggio disperto, vendendo i loro pochi beni, per avere un futuro migliore, per sé e i propri figli. Chi non ci avrebbe provato se fosse stato al loro posto? Persone che scappano da una guerra che dura anni e anni, in Somalia dove non esiste un governo in grado di proteggerle, di prendersi cura di loro. Dall’Eritrea dove c’è un dittatore, dove non c’è libertà. Persone che la mattina quando escono di casa non sanno se ci ritorneranno, bambini che vengono rapiti e trasformati in piccoli soldati, che spesso per metterli alla prova devono uccidere la propria famiglia, donne che subiscono stupri e violenza. Il pensiero di quello che loro passano ogni giorno ha fatto sentire me la donna più fortunata del mondo, io sono Libera, di esprimere la mia opinione, di vestirmi come voglio, di andare dove desidero, di studiare o di non farlo…. Molti si lamentano che bisogna occuparsi della crisi, è vero, non si può negare, c’è chi non arriva a fine mese ed è gravissimo, il nostro governo, i politici devono attivarsi per fare qualcosa di concreto, per noi giovani (ho 26 anni), che non riescono a trovare un lavoro, che non vedono un futuro roseo. Non per questo però bisogna diventare razzisti, sperando che anche altri facciano questa fine, perché tanto loro sono immigrati, perché hanno la pelle diversa dalla nostra. Questo mi ha fatto venire i brividi, come cresceranno le nuove generazioni? Generazioni che odieranno il diverso invece che provare a conoscerlo, a capirlo per provare così a rendere il mondo migliore?
Il mio pensiero e il mio cuore è con quelle persone, uomini, donne e bambini che sono morti per l’egoismo di altri, di potenti nel loro paese e peggio dell’indifferenza degli altri, che hanno rischiato e perso per provare ad avere un futuro migliore. Spero che la gente riscopra la parola “empatia” e “solidarietà”, perché proprio quando noi siamo in difficoltà che bisogna aiutare di più l’altro, non per forza con i soldi, ma con un sorriso, con comprensione, che fanno molto di più.   

Vale

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Ottobre 2013
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