All’Eicma la protesta dei lavoratori Husqvarna
Striscioni e tute rosse: circa cinquanta operai dello stabilimento di Cassinetta hanno sfilato oggi tra gli stand dell'edizione 2013 dell'esposizione
Appena si affaccia dallo stand allestito per lui, Tony Cairoli, il sette volte campione del mondo di motocross, è accolto da un’ovazione del pubblico. Il pilota siciliano della Ktm lancia qualcosa in direzione delle tante mani alzate. Nemmeno si accorge della sfilata di tute rosse che gli passa a qualche metro di distanza. Una delegazione di lavoratori della Husqvarna di Cassinetta di Biandronno. Sono una cinquantina, operai che da sette mesi si trovano tra l’incudine e il martello di una crisi che non sembra sbloccarsi, venuti a Eicma per raccontare ai tanti appassionati che affollano i padiglioni di Ktm e Bmw, la loro storia e quella di un’azienda destinata allo smantellamento. Un “saccheggio industriale”, come lo definiscono i dipendenti di Husqvarna, iniziato durante la gestione Bmw e proseguito con Ktm, e cha a oggi, dopo sette mesi di trattative, rinvii e promesse mancate, non ha ancora prodotto un piano aziendale. Ad agosto, dopo 7 mesi di cassa integrazione ordinaria, i sindacati sono riusciti a strappare un accordo con la dirigenza Ktm solo presso il Ministero per lo Sviluppo Economico. Un accordo che prevede la cassa integrazione per crisi aziendale e non per cessione dell’attività produttiva, che si prolungherà fino a settembre 2014. Dopodiché? «Dopodiché – spiega Nino Cartosio, rappresentante Fiom – Ktm si è impegnata con il Ministero a portare a Cassinetta parte della produzione del gruppo austriaco, o a favorire l’ingresso di terzi. Peccato che qualche settimana fa il signor Pierer, presidente di Ktm, ha dichiarato ad una rivista tedesca che intende tenersi lo stabilimento, ma senza produrci più nulla».
La sfilata dei dipendenti Husqvarna taglia come una nave rompighiaccio la folla assiepata attorno ai padiglioni dell’esposizione, scortata da una ventina tra poliziotti e carabinieri. C’è chi solidarizza con gli operai, chi si avvicina per farsi spiegare come sono andate le cose e chi, infastidito da questo blocco compatto che intralcia il passaggio, li manda a quel paese. «Gli appassionati che vengono allo stand di Husqvarna – continua Cartosio – devono sapere che quelle che vedono qui sono in realtà dei vecchi modelli Husaberg, una sottomarca della Ktm a cui hanno applicato gli adesivi della casa varesina. In realtà sono moto prodotte in Austria, negli stabilimenti della Ktm di Mattighofen. Una vera presa in giro». Né la direzione dello stand di Husqvarna, né tanto meno quella di Ktm, risponde. Preferiscono ignorare i manifestanti e così i flash dei fotografi e dei giornalisti. Interpellati dicono solo: «No comment». Per Fabio Murazzi, dipendente Husqvarna e delegato Fiom, quello di Ktm è stato un vero e proprio colpaccio: «Diciamo che con questa acquisizione Ktm ha fatto bingo. Ha guadagnato prestigio sotto forma di marchio, di rete vendite e uno stabilimento produttivo da tenere lì per quando gli farà comodo». Già, quando? Oggi lo stabilimento di Cassinetta è adibito a magazzino per i pezzi di ricambio. I 250 operai che vi lavoravano sono stati mandati a casa e di questi 180 hanno come unica prospettiva la cassa integrazione. Ma come se nulla fosse, attorno alle moto e alle belle donne esposte a Eicma, la gente continua a scendere e salire di sella.
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