“Ison è ancora intatta, e bellissima”

La cometa ISON si trova attualmente tra l’orbita della Terra e di Venere: il fatto che ancora intatta si può vedere dalle immagini che ci arrivano dall’Osservatorio Astronomico di Tradate FOAM13

La cometa C/2012 S1 (ISON), che tutti stiamo aspettando per dicembre, si trova attualmente tra l’orbita della Terra e quella di Venere, in termini della distanza dal Sole, ed è in rapido avvicinamento verso la nostra stella ed è visibile all’orizzonte un’ora prima che sorga il Sole anche da Tradate. Prova ne è questa bellissima immagine composita, la prima dalla zona di Tradate, del 5 novembre alle ore 5.00 del mattino da Paolo Bardelli (Responsabile della sezione modellismo della FOAM13) ripresa con una normale macchina fotografica.

Bardelli ci spiega di aver ripreso, la cometa con 30 pose da 30 sec. con macchina fotografica Canon 60DA e obbiettivo da 300 mm f/5,6 a 1600 ISO. L’elaborazione è stata fatta con IRIS, per la composizione e Photoshop per l’elaborazione. Nell’immagine, ci spiega Bardelli, si vede benissimo la tipica coda antisolare formata dalle particelle di polvere spinte in direzione opposta al Sole dalla pressione di radiazione proveniente dalla nostra stella.

Roberto Crippa, presidente dell’osservatorio astronomico FOAM13, ci spiega perché è così importante questa cometa: Innanzitutto la ISON ha un’orbita aperta attorno al Sole e questo significa che, molto probabilmente, è la prima e ultima volta che la cometa si avvicina alla nostra stella. Ciò significa che il materiale da cui è costituita è estremamente primitivo, non essendo mai stato alterato da passaggi precedenti vicino all’intenso calore solare.

Un altro motivo per cui la cometa ISON è appassionante da studiare, continua Roberto Crippa, è il fatto che passerà molto, molto vicino al Sole (il prossimo 28 novembre), a soli 3 milioni di chilometri e sarà interessante, quindi, studiarne lo sviluppo, quando ne affronterà la sua furia. Per questo motivo, ci si interroga sul suo destino. C’è chi avanza l’ipotesi che sia la coda sia la cometa stessa possano dissolversi. Alcuni precedenti casi, infatti, registrarono una simile sorte, fu il caso della cometa C/1999 S4 LINEAR nel 2000, ad esempio, o di C/2010 X1 Elenin nel 2011. Queste comete si avvicinarono alla nostra stella a circa 120 milioni di chilometri e, vaporizzandosi, scomparirono. Ma la disintegrazione del nucleo potrebbe, invece, formare una lunga e spettacolare coda di polveri di ghiaccio come accadde alla cometa C/2011 W3 Lovejoy, nel dicembre 2011. Dopo uno stretto avvicinamento con il Sole, il suo nucleo si disintegrò, producendo una coda impressionante.

Avrà, dunque, ISON la necessaria forza interna per superare la prova dell’avvicinamento al Sole e continuare la sua avventura nel Sistema Solare?
Le ultime previsioni della NASA la danno appena visibile a occhio nudo durante il periodo di massimo splendore, rimane comunque un oggetto molto bello da osservare anche con un modesto binocolo e in ogni caso l’incognita di come si comporterà la cometa ci porterà sorprese assicurate e quindi, appuntamento alla prossima puntata. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Novembre 2013
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