“Da grande voglio fare il formaggio”: una scuola in Valcuvia te lo insegnerà
Le associazioni di categoria e Comunità Montana fanno il punto per la realizzazione del polo scientifico tecnologico per lo sviluppo della montagna. Un ritorno ai pascoli per i boschi della valle?
Un futuro da mungitore, esperto di gestioni forestali, stagionatore di formaggi, agricoltore o allevatore. Per molti ragazzi un’opportunità di lavoro viene vista seguendo queste strade, che portano all’economia agricola e di allevamento soppiantata nei decenni passati dal terziario e dall’industria ma che oggi sembra segnare un ritorno alle origini.
Per questo motivo le associazioni del settore sembrano caldeggiare il progetto per la realizzazione del polo scientifico tecnologico per lo sviluppo della montagna. Allo stesso tavolo, nell’incontro con la stampa di lunedì 23 dicembre infatti sedevano l’assessore con delega all’Agricoltura, Ecologia, Foreste e sindaco di Grantola Silvano Ronzani e Anna Rita Albertin (foto in basso), Presidente del Consorzio formaggella del Luinese Dop e presidente del comitato agricolo Valli del Verbano, ai quali si è aggiunto anche Livio Bozzolo, presidente dell’associazione regionale imprese boschive della Lombardia. Il progetto in questione, come riportato alcune settimane fa da Varesenews, consiste nella riqualificazione dell’ex filatura Calcaterra di Ferrera di Varese per la realizzazione di un polo didattico composto da un Centro di Formazione Professionale (Cfp), da un istituto superiore (il Newton di Varese) oltre alla realizzazione di una stalla didattica, un caseificio, una serra e la nuova sede della Comunità Montana Valli del Verbano (quella operativa, attualmente prevede il pagamento da parte dell’ente di un canone d’affitto). Si tratta di una permuta col proprietario dell’ex filatura: a quest’ultimo, un’immobilare di Rovigo, verranno assegnati la sede della comunità montana di Luino oltre ad un’altra proprietà di Tronzano. Dalla cessione dell’area (che in realtà si stende su ben tre comuni per quasi 30 mila metri quadrati) si potrà quindi realizzare la scuola, e la nuova sede della Comunità Montana. Inoltre è prevista una totale eco-sostenibilità del progetto con una centrale a biomasse a cui si aggiunge una centrale idroelettrica già presente nella zona. I punti attorno ai quali il progetto si snoda sembrano essere quindi tre: i costi, l’offerta formativa, la sostenibilità.
SOLDI – Sul primo fronte, il costo dell’operazione, di 8,8 milioni di euro sarà sostenuto per 4,8 dalla Provincia di Varese: «I soldi ci sono» ha affermato l’architetto Mauro Dozzio di Luino, che sta curando gli aspetti tecnici dell’operazione «abbiamo l’assicurazione dell’ingenier Dario Galli (commissario della Provincia nda)». La parte restante della copertura finanziaria è la più delicata perché soggetta all’erogazione da parte di Fondazione Cariplo dei restanti 4 milioni: si saprà dopo la metà di gennaio cosa decideranno da via Manin, a Milano, dove l’ente ha sede. Sui tempi: se i cordoni delle borse si apriranno, i lavori potrebbero partire già a giugno 2014 con termine per l’anno scolastico 2015 (settembre).
STUDENTI – Ma questo polo, sarà attrattivo per chi vorrà venire fin quassù in Valcuvia a studiare? La struttura, per come è stata presentata, dovrebbe essere del tutto “nuova” nella sua concezione: al piano terra troverebbero spazio 6 sezioni del Cfp con bagni, docce, serre, stalle. Al primo piano vi sarebbero “5+5” sezioni dell’Itis. Presso una struttura ricettiva dei frati, a Cassano, sono inoltre presenti 40 posti letto per un eventuale pernottamento. Il cuore della questione è rappresentato dalla questione dell’attrattiva.
Un’indagine di Fondazione Politecnico di Milano attraverso i dati raccolti dagli istituti “Mendel” di Villa Cortese (MI), “Bonfantini” di Lesa (NO) e “Minoprio” di Vertemate con Minoprio, (CO) dimostra che ad oggi sono più di 250 gli studenti varesini che si muovono verso i principali istituti extra provincia che offrono corsi indirizzati alle tematiche trattate dal Polo. Gli studenti dei Cfp in provincia di Varese, inoltre, hanno segnato nel periodo dal 2010 al 2013 un incremento del 19% di iscritti, che farebbe quindi presagire una richiesta crescente di strutture capaci di collegare direttamente il mondo dell’istruzione a quello del lavoro. Un punto, questo, su cui hanno messo l’accento gli imprenditori presenti, sebbene si attendessero altre voci annunciate per la conferenza stampa: un caseificio, una serra, una stalla sono soprattutto in questi momenti risorse importanti che piccole imprese agricole faticano a trovare, ma che avranno a disposizione per formare le nuove leve.
SOSTENIBILITA’ – Il punto importante sottolineato dall’assessore Silvano Ronzani (nella foto) sta nella possibilità di generare energia sufficiente a dare calore alle strutture (2Mw termici l’anno) grazie all’uso delle biomasse. Che, tradotto, vorrebbe dire bruciare in loco le “cippature” forestali (60.000 quintali l’anno) che altrimenti verrebbero inviate fuori provincia. Un potenziale presente sul territorio come confermato anche da Livio Bozzolo (imprese boschive): solo nel Luinese ogni anno di producono 170 mila quintali di cippato che vengono venduti nel Biellese e in Valtellina. Un particolare non da poco sta nelle presenza di 7 ettari di boschi attorno alla struttura: anche questi, oltre altre superfici forestali nella valle, sono stati inseriti nel Piano di indirizzo forestale che darebbero la possibilità di trasformare parte dei boschi della vallata nella loro vocazione originale: pascoli per nutrire capre e bovini.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Anche Laveno rompe il silenzio su Gaza
fracode su Varese ancora in piazza per la Palestina: "Rompiamo il silenzio contro il genocidio"
Giuseppe Mantica su Un futuro nella musica per il cardiologo dell’ospedale di Gallarate Giovanni Gaudio in pensione a fine anno
Bustocco-71 su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
PaoloFilterfree su Dall’abbandono alla rinascita: la lunga marcia dell’ex Aermacchi
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.