“I rifiuti zero non sono una utopia ma un modo per risparmiare”
Dopo l’intervista dell’amministratore delegato di Accam, il coordinamento regionale rifiuti zero e il comitato ecologico di borsano muovono alcune critiche alle posizioni di Giorgio Ghiringhelli. “Ridurre i rifiuti è la via da seguire -scrivono- mentre il revamping ci legherebbe per altri 30 anni all’inceneritore"
Il coordinamento regionale di Rifiuti Zero e il Comitato Ecologico Inceneritore e Ambiente di Borsano non hanno particolarmente gradito le parole dell nuovo amministratore delegato di Accam, Giorgio Ghiringhelli, che qualche settimana fa era stato intervistato da VareseNews.
Le due associazioni contestano in primo luogo le considerazione contro la strategia rifiuti zero dal momento che "si basa su un principio elementare: viviamo in un pianeta con risorse "finite", ma ci comportiamo come se fossero illimitate -si legge nella nota congiunta- consumando e bruciando materie prime preziose".
Una strategia definita da Ghiringhelli come utopica ma che si baserebbe su una contraddizione di fondo: "egli pensa al numero, mentre noi, al contrario, pensiamo allo sforzo continuo ed alla metodologia da applicare per arrivare a Rifiuti Zero. La differenza non è di poco conto perché, mentre ci muoviamo verso lo zero, dobbiamo evitare la rigidità operativa dell’inceneritore, che richiede di essere alimentato con flussi costanti". In altre parole aderire a rifiuti zero comporta una riduzione della quantità di rifiuti inviata agli inceneritori ma "un piano di revamping costringerà alla dipendenza dall’incenerimento per altri 25-30 anni con poco margine per agire sulla minimizzazione". Oltre all’esempio di giganti come San Francisco, "ad oggi in Italia sono 200 i Comuni che hanno aderito a Rifiuti Zero e vaste aree del Paese hanno già dimostrato che senza incenerimento si può fare di più, meglio, ed a costi più contenuti".
Altra questione è quella collegata al revamping e dei costi del servizio: "Uno studio di Regione Lombardia del 2010 -scrivono i comitati- evidenzia chiaramente che all’aumento della percentuale di raccolta differenziata diminuiscono i costi del sistema di gestione dei rifiuti" ricordando che la quantità di rifiuti conferiti proprio ad Accam sono in calo costante e che con i 124€ a tonnellata la sua tariffa è tra le più alte in regione. A questa riduzione ha controbilanciato un aumento dei rifiuti speciali come ad esempio quelli ospedalieri che hanno raggiunto negli anni il 10% dei rifiuti urbani. Sulla base di questi dati "sembra quindi inevitabile per la sopravvivenza dell’impianto un’apertura ad altre realtà" anche perchè riducendo la dimensione dell’impianto aumenterebbero sensibilmente i costi di gestione.
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