Cibus verso Expo 2015

E' partito lunedì 5 maggio il diciassettesimo salone internazionale dell'alimentazione di Parma, il Cibus, e nella sua cerimonia di inaugurazione si è parlato soprattutto di futuro

Il modo in cui il Salone di Parma ha deciso di collegarsi all’importante manifestazione milanese è appoggiando e sottoscrivendo il Milan Protocol.

Il messaggio che Cibus intende inviare parlando di simili temi proprio nella sua giornata di apertura sembra chiaro: il settore del cibo e dell’agroalimentare ha di fronte a se sfide ciclopiche, sfide che a lungo il mondo non ha voluto affrontare ma che non può permettersi di ignorare ancora a lungo.

Collegandosi ad una manifestazione come Expo 2015, il cui tema lo ricordiamo è “Nutrire il Pianeta, un Energia per la Vita”, e a un protocollo che ne è divenuto la bandiera il Cibus sembra a sua volta non volersi tirare in dietro di fronte a questa grande sfida, facendo anche intervenire su questo tema figure di primo piano come Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, Guido Barilla, Presidente della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico di WWF Italia e il Professor Riccardo Valentini, ricercatore all’Università della Tuscia e vincitore nel 2007 del Premio Nobel per la Pace insieme all’ex vicepresidente americano Al Gore e ad altri scienziati dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change). Sono intervenuti durante la mattinata, sfiorando questi temi, anche Paolo de Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, e il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Ma che cosa è questo Milan Protocol? Il "Protocollo di Milano" è un accordo internazionale ideato dalla fondazione Bcfn (Barilla Center for Food & Nutrition) orientato ad affrontare il problema della sostenibilità del sistema alimentare. I temi principali che prende in considerazione sono tre: il divario che c’è nell’accesso al cibo nelle varie parti del mondo, un problema che, in pochi lo sanno, crea vittime da entrambi i lati della barricata, 31 milioni sono infatti i morti per malnutrizione nel mondo ogni anno ma 29 milioni sono quelli per patologie collegate al sovrappeso. Il problema di chi mangia troppo e di chi invece troppo poco è quindi un tema che tocca l’occidente molto più da vicino di quanto non si sia pensato fino ad ora e che andrebbe risolto non solo per il benessere di chi soffre la fame ma per il nostro stesso bene.

Il secondo tema è quello della diffusione di un’agricoltura più sostenibile ben formulato nella domanda provocatoria che si pongono i promotori del Protocollo: cosa vogliamo farci con la nostra terra coltivabile, nutrire le persone gli animali o produrci carburante? Un quesito divenuto sempre più impellente negli ultimi anni a seguito della massiccia conversione di suolo coltivabile dalla produzione per alimentazione umana a quella per il foraggio degli animali da carne o per i bio-carburanti. Un problema che rivela tutta la sua gravita soprattutto se lo si collega ai rischi connessi all’aumento vertiginoso della popolazione mondiale e al cambiamento climatico.

Il terzo ed ultimo tema è invece quello dello spreco alimentare che avviene ogni giorno nelle nostre case, nelle nostre città o nel nostro sistema produttivo e distributivo. Un vero e proprio crimine se si pensa che nel mondo ma anche nelle nostre grandi metropoli c’è chi lotta ogni giorno per racimolare ciò che noi buttiamo e che potrebbe essere meglio utilizzato se venisse redistribuito.

Si tratta insomma di temi importanti. Ora c’è solo da vedere se questa presa di posizione, così come le iniziative di Milano, si svilupperanno realmente in qualcosa di concreto che porterà ad un vero cambiamento nel nostro sistema produttivo, nella cultura del cibo e nella coscienza delle persone o saranno state solo l’ennesima occasione mancata per fare la differenza!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Maggio 2014
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