Cultura e creatività, a Varese valgono più di un miliardo di euro

1 miliardo e 234 milioni: è il valore aggiunto prodotto dal comparto in provincia di Varese. 19mila gli occupati nel settore

1 miliardo e 234 milioni. È questo il valore aggiunto prodotto dalla filiera della cultura in provincia di Varese. Il nostro territorio conta su di un sistema produttivo legato ai settori della cultura e della creatività che pesa di più della media nazionale. È quanto emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio – reso disponibile sul suo portale statistico www.osserva-varese.it – partendo dal rapporto di Unioncamere che ricostruisce la filiera del comparto della cultura per tutte le provincie italiane in riferimento alla numerosità delle imprese registrate, agli occupati e al valore aggiunto prodotto. Assommando sul nostro territorio 5.803 imprese, pari all’8,3% del totale di quelle iscritte al Registro tenuto dall’ente camerale, il sistema "cultura e creatività" varesino ha un’incidenza maggiore rispetto al valore italiano, pari al 7,5%. Se nel nostro paese il valore aggiunto prodotto dalla filiera della cultura supera i 75 miliardi di euro, a Varese tocchiamo cifra 1 miliardo e 234 milioni. 




Non meno importanti i dati sull’occupazione: qui Varese si posiziona al 38° posto nella graduatoria nazionale con 19mila occupati, pari anche in questo caso al 5,2% del totale provinciale degli uomini e delle donne con un lavoro. In Italia invece le persone impegnate nelle imprese culturali sono 1.397.000, corrispondenti al 5,7% del totale degli occupati. Di particolare interesse risulta poi la circostanza che la filiera, sempre considerando i dati nazionali, mostra una tendenza alla crescita e, più in generale, una discreta capacità di tenuta anche negli anni della crisi. In Italia, il sistema imprenditoriale del comparto registra infatti un’espansione del +3,3% tra il 2011 e il 2012, a fronte di una diminuzione dello 0,3% del totale delle aziende.

Resta da precisare che nel rapporto di Unioncamere, da cui trae origine anche l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Varese, sono state prese in considerazione imprese appartenenti a quattro ambiti. Il primo è quello delle industrie culturali in senso stretto, comprendenti il cinema, la televisione, l’editoria e l’area musicale. Il secondo è quello delle industrie creative quali l’architettura, l’alimentazione, la comunicazione oltre alle attività collegate al made in Italy che puntano sul design e lo stile e vengono svolte anche in forma artigianale, come nel caso dell’artigianato artistico. Il terzo ambito è invece connesso alle attività, svolte sempre in forma d’impresa, aventi a che fare con la conservazione, la fruizione e la messa a valore del patrimonio storico-artistico-architettonico. Infine, sono stati presi in considerazione il performing arts e le arti visive. Proprio in riferimento a questa classificazione, emerge una specializzazione varesina nelle industrie creative, grazie soprattutto al contributo degli studi di architettura e delle imprese dell’artigianato artistico locale.

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Pubblicato il 30 Giugno 2014
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