D’Adda sta con i dissidenti Pd al Senato: “Non siamo ostacolo alle riforme”
La senatrice bustocca si è autosospesa dal gruppo a Palazzo Madama e chiede, insieme ad altri 13 colleghi, chiarezza su quanto avvenuto tra ieri e oggi: "La libertà di decisione dei parlamentari vale solo per gli altri"
C’è anche Erica D’Adda tra i 14 senatori che si sono autosospesi dal gruppo in seguito alla vicenda che ha visto la sostituzione di Corradino Mineo nella commissione per le riforme istituzionali. La senatrice bustocca ha aderito all’iniziativa coerentemente con quanto aveva fatto nelle settimane precedenti quando aveva sostenuto la proposta alternativa che porta il nome di Vannino Chiti, altro senatore "dissidente", che propone la riforma del Senato mantenendolo elettivo: «Attendiamo l’assemblea di martedì per capire se il nostro messaggio verrà recepito – spiega – ieri siamo usciti dall’ufficio di presidenza con una linea e stamattina ci siamo trovato con spostamenti e rimozioni di colleghi. Questo modo di fare non si addice alla democrazia. Mineo non è e non può essere considerato l’ostacolo alle riforme».
La senatrice bustocca, inoltre, prende spunto da quanto accaduto in aula in questi giorni: «Ieri ho sentito tanti bei discorsi in difesa dell’articolo 67 della Costituzione sulla libertà di ogni parlamentare nelle sue decisioni, nel momento in cui si doveva votare le dimissioni di Laura Bignami e dell’altra senatrice fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle, poi abbiamo visto gli 80 deputati Pd che hanno votato a favore dell’inasprimento della responsabilità dei magistrati (andando contro il governo, ndr) e oggi vediamo un senatore che dalla sera alla mattina viene rimosso perchè intende votare un emendamento che ha presentato lui stesso».
Erica D’Adda, infine, si dice convinta di non essere – insieme ai suoi colleghi – un ostacolo all’azione del Presidente del Consiglio e segretario del suo partito: «Noi vogliamo essere il motore di Renzi e non un ostacolo, non ci riteniamo una corrente e non vogliamo esserlo – conclude – chiediamo solo un chiarimento su quanto avvenuto e riportare l’attenzione su una proposta di modifica del Senato che, così com’è, potrebbe presentare problemi. Le riforme istituzionali sono una cosa delicata e non possono essere fatte in pochi giorni. Infine vorremmo capire se c’è un accordo con Berlusconi oppure no, perchè neanche questo è molto chiaro. Se ci fosse davvero un patto di ferro sarei la prima a votare le riforme perchè le voglio come gli altri e subito».
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