Regione, ridotto il vitalizio anche a chi lo ha già
Presentato il progetto di legge condiviso da tutti i gruppi politici. I soldi "risparmiati" andranno in un "fondo di solidarietà" per affrontare necessità del nostro territorio.
Dopo l’abolizione per il presente e il futuro, la Lombardia verso il taglio dei vitalizi già esistenti. Il Consiglio regionale lombardo, che già nel 2011 aveva abolito i vitalizi a partire dall’attuale legislatura, ha messo questa decisione nero su bianco in un progetto di legge. Il testo è frutto di un’intesa unanime e sottoscritto da tutti i gruppi.
Il provvedimento prevede l’innalzamento dell’età anagrafica per il conseguimento del diritto all’assegno vitalizio, che passa dagli attuali 60 anni a 66 anni e comunque sarà collegata all’aspettativa di vita secondo quanto stabilito per i lavoratori del pubblico impiego.
Si prevede inoltre una riduzione dell’importo lordo degli assegni vitalizi già attivi, dal quale sarà trattenuto un contributo di solidarietà applicato con criteri di progressività. Il taglio interessa i soggetti con un reddito complessivo irpef superiore a 18 mila euro. E vale anche per chi non ha ancora conseguito i requisiti di età previsti per l’erogazione dell’assegno e per quei consiglieri che, nonostante il possesso dei requisiti, non hanno ancora percepito l’assegno. Interessati anche i vitalizi di reversibilità di soggetti con un reddito annuo irpef complessivo superiore a 24 mila euro.
Infine, una norma del progetto di legge prevede che i nominativi dei destinatari dei vitalizi con le somme erogate vengano pubblicati sul sito istituzionale del Consiglio regionale, superando così il vincolo che aveva posto il Garante della Privacy.
A presentare la novità (che verrà discussa e votata in Aula a settembre), il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, Luca Del Gobbo (Ncd), Stefano Bruno Galli (Maroni Pres.), Massimiliano Romeo (LN), Enrico Brambilla (PD), Claudio Pedrazzini (FI), Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), Roberto Bruni (Patto Civico), Stefano Buffagni (M5S), Elisabetta Fattuzzo (Pensionati).
I commenti politici
«Una sforbiciata ai vitalizi equa e sostenibile – commenta Cattaneo-. Per evitare che i risparmi vengano incamerati dalle casse statali, come disposto da una legge nazionale, le riduzioni verranno destinate a un "fondo di solidarietà" per affrontare necessità del nostro territorio. Con questa operazione può dirsi conclusa la fase avviata già nel 2011 con l’eliminazione dell’assegno vitalizio, che è proseguita l’anno scorso con l’approvazione della legge 3 che ha già portato a oltre 17 milioni di risparmi e che ora trova il suo coronamento in questo progetto di legge. Adesso mi auguro che oltre allo screening dei costi di questo Consiglio, l’opinione pubblica presti maggiore attenzione al nostro lavoro, per il quale vorremmo essere giudicati».
«Siamo soddisfatti per il lavoro di questi mesi – ha detto Brambilla (PD) -, l’intesa raggiunta è stata positiva e altrettanto positivo è l’essere riusciti a stendere e condividere il testo del progetto di legge prima della pausa estiva. Da qui al voto finale in Aula il provvedimento potrà essere ancora oggetto di modifiche e migliorie, e in particolare cercheremo di avanzare una proposta che leghi il taglio all’ammontare dei contributi versati da ognuno».
«Sul tema dei costi della politica eravamo già la regione più virtuosa d’Italia, ora abbiamo fatto ancora di più. Con questo disegno di legge mandiamo un messaggio chiaro al Governo nazionale – ha sottolineato Pedrazzini (Forza Italia) – Se il modello lombardo fosse applicato anche per i costi standard davvero potremmo cambiare l’immagine di questo Paese».
«Questa è una vittoria per il Movimento Cinque Stelle – ha evidenziato Buffagni (M5Stelle) – Questo progetto di legge nasce dalla campagna “Zero privilegi” voluta dai cittadini. Non siamo pienamente soddisfatti perché avremmo voluto una rimodulazione complessiva dei vitalizi, ma è comunque un primo passo. Se i cittadini sono arrivati ad odiare la politica è perché la politica non ha saputo dare risposte».
«Con questo testo – ha detto De Corato (Fratelli D’Italia) – abbiamo messo definitivamente la parola fine sui vitalizi e riteniamo chiusa la questione: siamo contrari ad altre ipotesi di intervento. Siamo la prima Regione in Italia ad avere adottato provvedimenti di questo tipo; è bene che si sappia e che lo si dica in modo chiaro».
«La Lega è soddisfatta di questa proposta che potrà essere ulteriormente migliorata in Aula – ha ribadito Romeo (Lega Nord). – Siamo consapevoli che il rischio di ricorsi è inevitabile, ma proprio per questo ci siamo presi il tempo necessario per definire un impianto normativo il più possibile blindato, ispirato fondamentalmente a due criteri: quello della temporalità e quello della ragionevolezza. La Lombardia è un modello di sobrietà, in altre Regioni come la Sicilia invece accade il contrario: lì, ad esempio, dirigenti e politici si sono appena aumentati di nuovo lo stipendio».
«I costi della democrazia esistono ed esistono i diritti acquisiti – ha evidenziato Stefano Bruno Galli, Maroni Presidente- Non siamo qui a dare giudizi etici: è giusto fare sacrifici perché il Paese sta soffrendo, per questo stiamo parlando di contributi di solidarietà».
«Mi preme sottolineare il metodo che abbiamo adottato,ognuno ha rinunciato a qualcosa delle proprie posizioni iniziali pur di raggiungere una sintesi condivisa – ha sottolineato Roberto Bruni (Patto Civico) – Siamo arrivati ad una soluzione ragionevole e capace di resistere ai ricorsi. Ora cercheremo di arrivare ad una maggior personalizzazione dell’intervento per riportare l’equilibrio tra il versato e il percepito».
Ribadendo la soddisfazione e la condivisione del suo gruppo, il presidente di NCD in Regione Lombardia Luca Del Gobbo ha infine voluto lanciare un messaggio al Presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Caro Matteo, se vuoi davvero riformare il Paese e renderlo migliore, devi guardare al ‘modello Lombardia’: c’è bisogno di ‘lombardizzare’ l’Italia e non di ‘italianizzare’ la Lombardia».
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