Maltempo, la tragedia di Refrontolo
4 morti e circa 20 feriti, di cui cinque in gravi condizioni, è il bilancio dell’alluvione avvenuta nel Trevigiano tra sabato 2 e domenica 3 agosto. Ministro dell’ambiente: «Il nostro è un Paese morfologicamente malato»
L’allarme maltempo non ha colpito solo la Lombardia, ma anche il Veneto e in particolare il comune di Refrontolo, in provincia di Treviso. Durante la nottata tra il 2 e il 3 agosto, mentre si festeggiava la “festa degli uomini” a Molinetto della Croda, i cittadini partecipanti sono stati travolti da un’esondazione del torrente Lierza. Circa un centinaio le persone sono state sorprese dall’acqua, che ha invaso il tendone della festa nel giro di pochi secondi, travolgendo i malcapitati. Lo mostra un video di youreporter con gente che sale sui tavoli, anch’essi travolti dall’acqua mentre ancora imbastiti. Altri, si appendono alla struttura portante del tendone e altri ancora non hanno invece avuto il tempo di reagire, venendo travolti e portati via dall’acqua. Quattro sono gli uomini trovati deceduti e privati dalla forza dell’acqua dei loro vestiti. A questi si aggiungono i circa 20 feriti, dei quali i due più gravi sono stati sottoposti ad intervento chirurgico in rianimazione. Il più grave dei due ha subito fratture multiple causate dagli urti con gli oggetti trascinati dal fango, riporta il corriere del Veneto. Oltre trenta medici e infermieri dal personale degli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto sono stati richiamati in servizio. Intanto prosegue anche la conta dei danni, è intervenuto il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti: «Il nostro è un Paese morfologicamente malato: il dissesto è uno dei principali problemi italiani e il suo contrasto è stato messo fin dal primo giorno tra le priorità del governo.
Il nostro primo atto è stata la creazione di un’unità di missione proprio sul dissesto idrogeologico, una cabina di regia a Palazzo Chigi per coordinare l’attività dei ministeri». Il piano del governo contro il dissesto idrologico è chiamato #italiasicura ed è guidato da Erasmo D’angelis, che ha commentato: «1,1 miliardi, ancora non spesi, sono stati messi in gara dall’ente per opere urgenti e quanto accaduto stanotte nel trevigiano conferma l’urgenza di manutenzioni, di messa in sicurezza dei versanti franosi, di argini fluviali, di creare casse di espansione per ridurre il rischio alluvioni in tante aree del paese. Non possiamo e non dobbiamo più perdere altro tempo».
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