Fecondazione eterologa: la Lombardia decide regole restrittive
Dopo l'accordo Stato Regioni, la giunta ha definito la sua politica: saranno accettati solo i casi di infertilità o sterilità assoluta e irreversibile. I costi saranno a carico dell'assistito. Dure critiche da PD e 5 Stelle
Anche la Regione Lombardia, dopo il via libera della conferenza Stato Regioni, ha deciso le linee guida per la fecondazione eterologa. La linea scelta, però, è restrittiva: potrà essere richiesta solo in caso di infertilità o di sterilità assoluta o irreversibile. Inoltre, finche il Ministero non avrà definito se e come farla rientrare nei “LEA”, le prestazioni garantite dallo Stato, la Lombardia farà pagare i costi, un prezzo variabile tra i 600 e i 3000 euro. All’eterologa, poi, si potra’ accedere solo in uno dei 60 centri lombardi di I, II e III livello gia’ autorizzati per l’omologa e iscritti presso l’Istituto Superiore di Sanità. Sarà, inoltre, situato presso la Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano l’archivio informatico, interoperabile tra tutti i Centri PMA regionali obbligati a conferirne i dati, per garantire la tracciabilità e sicurezza del percorso delle cellule riproduttive dalla donazione all’eventuale nascita, a garanzia dell’anonimato della donazione e della tutela della riservatezza dei dati dei donatori
Duro il commento delle opposizioni: il Movimento 5 Stelle parla di vittoria della linea fondamentalista ciellina e punta il dito sulla discriminazione: « Avranno accesso all’eterologa – commenta la portavoce Paola Macchi – solo coppie che possono permettersi una spesa che potrebbe aggirarsi sui 3.000 euro, alle altre coppie non resta che peregrinare in altre regioni italiane dove le norme sono più eque. Quante delle 6.000 coppie lombarde che sono in attesa non potranno permettersi di coronare il loro sogno di avere un figlio per mere questioni economiche? E’ terrorismo etico».
Dello stesso tenore il commento della vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi: «Un diritto immolato sul’altare dell’integralismo ciellino. E’ chiaro che dietro le motivazioni di carattere economico c’è in realtà la volontà di limitare fortemente l’accesso alla fecondazione eterologa, come dimostrano anche le dichiarazione del Nuovo centro destra e di alcuni esponenti dell’oscurantismo leghista lombardo. La scelta di regione Lombardia appare in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale, che ha parlato di "un ingiustificato diverso trattamento della coppia in base alla capacità economica" e ha posto a fondamento del proprio giudizio la necessità di garantire il principio di equità».
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