Pozzecco, favola e apoteosi nel derby contro Cantù
La Openjobmetis vince l'attesissimo match d'esordio (93-84) trascinata da Diawara (28 punti) e dal suo allenatore che impazzisce di gioia alla sirena finale
E chi lo dice che oggi, nel mondo dello sport, non esistono più le favole a lieto fine? Il lungo ritorno di Gianmarco Pozzecco sulla panchina di Varese, iniziato quattro mesi fa, si conclude con l’apoteosi: la “Mosca atomica” balla e canta davanti alla panchina dopo la tripla di Kuba Diawara che mette in sicurezza il risultato, arriva davanti ai microfono con i capelli accorciati in spogliatoio per pagare la scommessa fatta in caso di vittoria (93-84), incendia i 5mila di Masnago pronti a impazzire per lui come quando smazzava assist e segnava canestri in faccia ai Rebraca e ai Nesterovic. “Una delle serate più belle della mia vita” confessa il Poz in sala stampa, e c’è da credergli: battere Cantù non è scontato in questi anni, farlo dopo un precampionato disastroso al contrario dei brianzoli è un punto in più. Vincere il derby comandando nel punteggio praticamente per 40′ è una sorta di consacrazione definitiva, incorniciata pure dallo storico “Cata sü” che completa l’opera.
Ma sarebbe sbagliato, per quanto visto in campo, pensare che Varese abbia conquistato i due punti solo sull’onda emotiva, che pure è stata potente: la Openjobmetis ha saputo sfidare a viso aperto gli ospiti in tutti i duelli proposti dal parquet, e ne ha vinti parecchi. Diawara e Kangur hanno tolto aria al temuto Hollis, Robinson ha limitato a lungo Johnson-Odom (poi fantastico nel finale, e per poco non l’ha girata), addirittura Balanzoni che in tre anni non ha mai giocato ha saputo offuscare le idee a Williams e a tutta la Vitasnella che – visto il ragazzino in campo – ha pensato di sfondare proprio da quella parte finendo in trappola. Abbiamo citato Diawara e non possiamo che sottolineare i 28 punti, pesantissimi, ma anche dalle parti di Daniel e di Deane arrivano ottime notizie. Il play in particolare fa tutto quello che ci si aspetta da un veterano e con i liberi a segno nel finale prende per mano l’intera squadra sino al successo. Due punti che trovano la loro dedica nel dopogara, sempre per bocca del solito Pozzecco che prima sottolinea come «l’abbia vinta Chicco» (Ravaglia ndr) e poi chiama il cavalier Cimberio (in ospedale) al telefono per un abbraccio virtuale. Sì, è tornato davvero.
COLPO D’OCCHIO – Difficile descrivere alcuni dei momenti che anticipano la contesa iniziale del derby: palazzetto colmo in largo anticipo, coreografia in curva durante l’inno di Mameli (con gli spalti pieni è un’ottima idea), la Openjobmetis schierata che espone uno striscione per Renzo Cimberio, ricoverato in ospedale. E poi – meglio, e prima, – c’è il Poz, già in lacrime al momento di entrare in campo a un quarto d’ora dall’inizio: mezzo giro di campo con gli occhi lucidi, un saluto ai genitori del povero Chicco Ravaglia e tanto, tanto, tanto altro ancora.
PALLA A DUE – La prima Openjobmetis del Poz è quella che ci si attende e per la prima volta è davvero al completo, senza infortunati (al di là degli acciacchi): Robinson e Rautins sono le guardie, Diawara e Kangur le ali, Daniel il pivot. Sacripanti tiene fuori inizialmente Gentile e Jones, dà al giovane capitano Abbass un posto da titolare e sceglie Eric Williams a presidiare i tabelloni.
LA PARTITA – I primi scacchi a muoversi sono quelli biancorossi, con due triple in pochi istanti che svegliano subito Cantù. Gli ospiti sorpassano sull’8-10 ma sarà l’unico vantaggio dell’intera partita: i balzi di Daniel rimettono Varese davanti (9-0 di parziale), poi un paio di canestri di Diawara valgono il 21–15 limitato dall’unico canestro di uno spento Gentile.
Per il francese non si tratta di un fuoco di paglia: al rientro in campo fa quasi tutto lui con una serie di canestri che atterrano Cantù; la sola macchia è la percentuale dalla lunetta ma anche con queste sbavature Varese supera i dieci punti di vantaggio in più occasioni. Sacripanti si affida ai balzi di Jones, davvero incredibili: 3 le sue schiacciate poderose all’intervallo che contribuiscono ad accorciare un po’ il punteggio. Addirittura si va al riposo con appena 4 punti di divario a causa di una tripla in extremis di Johnson-Odom che vanifica i 7 punti in fila di un ottimo Deane (42-38 alla pausa lunga).
Cantù pensa forse di averla girata e ai brianzoli non pare vero di vedere, dall’altra parte, Daniel e Callahan in panchina e Balanzoni in campo. Palla immediatamente a Williams, ma la trappola scatta: il giovane lungo fa subito due belle cose e alla peggio commette falli che l’americano non sfrutta a pieno, balbettando in lunetta. Così dopo un pericoloso +3, Varese dispiega ancora le ali con Diawara esplosivo e Kangur chirurgico, per come fa bene ogni cosa. Il 61-50 è da segnalare perché è la prima bomba di Kuba, fino a lì a secco da lontano: anche questo serve a chiudere la terza frazione in buon vantaggio, 66-55.
IL FINALE – Autore fino a lì di appena 5 punti, il play ospite Johnson-Odom decide di scatenarsi nel periodo finale: è lui a minare la serenità di una Openjobmetis che fino al 34′ non pensa di poter perdere (Kangur ancora letale) e invece si vede riavvicinata da due triple consecutive. Pazzesca, ma pure utile, la schiacciatona di Diawara a seguire, per l’82-69 ma non basta a chiuderla: Cantù fa bene a rimbalzo, Varese si impappina un paio di volte di troppo in attacco e a un certo punto è di nuovo -6. Tempo però non ce n’è quasi più, Deane è una macchina ai liberi e l’ultima tripla di Diawara è quella definitiva: Pozzecco impazzisce, il pubblico con lui, e finalmente si risente il “cata su”, l’urlo della vittoria.
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