“Se parliamo ancora di Aids è perchè abbiamo fallito”
Daniela da21 anni si occupa di malati di Aids. Lavora nel centro ISAbella di Masciago che accoglie malati con seri danni neurologici o cerebrali. La sua amara riflessione nel giorno mondiale per la lotta al virus Hiv
È amareggiata Daniela Sangiani operatrice del centro diurno ISAbella di Masciago che ospita ben otto malati di Aids con gravi problemi cerebrali e neurologici. La giornata del primo dicembre, di fatto, è la prova certa che la società ha fallito, nella prevenzione, nella comunicazione, nella lotta alla malattia.
«Eppure basterebbe così poco per debellare il virus – commenta con amarezza Daniela- basta un preservativo. Nulla di pazzesco o costosissimo».
Da 21 anni si occupa di sieropositivi e malati conclamati. Ha visto le fasi acute della malattia, quando si parlava della peste del secolo, ha assistito ai progressi della scienza con l’individuazione dei primi farmaci e poi l’arrivo di diversi medicinali con effetti collaterali sempre minori: « Sono stati fatti molti errori. Quando si pensava di aver sconfitto il virus perchè era stato scoperto il farmaco salvavita. Quando si riteneva che il contagio fosse limitato a certe e ben definite categorie di persone: tossicodipendenti e omosessuali. Invece l’Hiv continuava a diffondersi, tra la colpevole indifferenza ».
I dati del 2014 parlano ancora di un’elevata incidenza di casi soprattutto in Lombardia: « È vero che i farmaci evitano la morte ma non ci si rende conto che la qualità della vita peggiora: non si muore ma la malattia è cronica e rimarrà per tutta la vita»
Daniela lavora in questo centro diurno per aiutare chi è rimasto seriamente compromesso dall’immunodeficienza: « Vede, individuare subito il contagio è fondamentale per limitare i danni. Purtroppo, però, spesso la gente sottovaluta e quando si sottopone al test è perchè la malattia è ormai conclamata. Un conto è gestire e superare una polmonite un conto è affrontare danni irreparabili al cervello o all’apparato neurologico. Io li vedo ogni giorno, persone che sono di fatto distrutte, incapaci di gestirsi e di vivere una vita propria».
Nel centro di Masciago attualmente ci sono 8 ospiti, l’età va dai 28 ai 54 anni. Trascorrono la giornata impegnati in laboratori artistici, attività ludico ricreative o sportive: « Noi diamo loro la possibilità di avere un gruppo di riferimento. Sarebbero persone sole, abbandonate a se stesse. Qui trovano aiuto, anche sanitario perchè li aiutiamo nella somministrazione di farmaci o negli esami. Soprattutto trovano persone che li accolgono».
Dopo 33 anni dalla scoperta del primo caso, la raccomandazione è ancora la stessa: tutelarsi e sottoporsi ai test, per evitare conseguenze più gravi e, soprattutto, per evitare di infettare gli altri.
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