Sono un docente e la Buona Scuola la vedrei così
Ultimi giorni per partecipare alla grande consultazione sul futuro della scuola. La proposta di un docente che ha analizzato la proposta e suggerito alcune proposte
Tra pochissimi giorni si chiude la “consultazione” sulla “buona scuola”, ( il prossimo 15 novembre) e vorrei dare il mio contributo, visto che sono un po’ di anni che lotto per poter riuscire a svolgere nel modo migliore possibile la professione che ho scelto.
Cercherò di essere il più obiettivo possibile, evidenziando i lati positivi, e non solo i negativi, e, come ho sempre fatto, cercando di suggerire qualcosa, visto che, purtroppo, le idee non mi mancano. Alla fine, quindi, esporrò la “scuola buona secondo me”.
– Iniziamo dalla “consultazione” sul territorio che ho già definito “pubblicità ingannevole”, anche perché il Premier aveva garantito, mesi or sono, che avrebbe ascoltato docenti e studenti nelle scuole, ma le loro visite si sono interrotte. Pura vetrina, alla quale ha potuto partecipare solo chi era stato invitato dal dirigente dell’UST, con tre minuti di tempo, per far vedere quanto fosse eccellente la scuola varesina e comasca. Nessun docente e/o studente che chiedesse di intervenire ne ha avuto la possibilità. Da qualche giorno, per accontentare i ragazzi a cui era stato impedito l’accesso all’ ”incontro governativo” e che sono stati successivamente ricevuti all’Ust, è passata una circolare sulla consultazione nelle classi: commento di uno studente “adesso che manca una settimana ci avvertono? Tanto ci ascolta qualcuno?”.
– “Consultazione online”
Sono d’accordo sul mezzo: dobbiamo “svecchiarci” ed essere al passo coi tempi, ma i sindacati hanno ragione a chiedere lumi sulla trasparenza della gestione e dello spoglio dei dati. Inoltre il questionario è restrittivo e le domande, a volte, con risposte “insidiose” nel senso che potrebbero essere lette in modo opposto alle reali intenzioni, mentre le “stanze” di discussione online sono più “aperte”, ma l’accettazione di commenti e proposte è limitata dal numero esiguo di caratteri. Ben venga il tentativo di novità, ma abbinato ad una vera consultazione sul territorio.
– Documento della “buonascuola”
Arrivo agli sgoccioli della consultazione proprio perché non amo parlare senza conoscere. Sulla forma del documento, tanto di cappello. Lo staff di Renzi non ha niente da invidiare a quello multimilionario di Berlusconi: documento, fatto da chi la scuola la conosce, accattivante, non troppo evasivo, anche quando ciò che ammette è un difetto, riesce quasi a farlo sembrare un pregio. Mi piacerebbe lavorare in quello staff, che di comunicazione ne sa davvero!
Veniamo al contenuto
In questo documento ci sono aspetti positivi:
a) Verranno assunti “quasi 150.000” precari entro l’anno scolastico 2015/16, anche se con la direttiva 1990/70/CE, è ovvio che diventi una scelta obbligata per il governo.
b) Poter accedere all’insegnamento solo tramite concorso pubblico, e per un numero di posti pari al fabbisogno reale dell’organico. Inoltre si darà maggiore peso alle vere capacità, quali tenere una lezione ed affrontare situazioni pratiche aderenti alla realtà, ed è previsto un semestre di tirocinio a scuola, che abiliterà all’insegnamento: inutile negare che tra di noi ci sono persone “non adatte ad insegnare”.
c) Creazione di una rete di formazione permanente dei docenti, utilizzando le competenze interne dei docenti stessi.
d) Il Sistema di Valutazione Nazionale è partito il 1 settembre 2014 e comprende anche le scuole paritarie, ed utilizzerà gli ispettori, dirigenti tecnici provenienti da sviluppo di carriera di dirigenti scolastici.
e) Piattaforma “scuola in chiaro 2.0”, con disponibili i dati di tutte le scuole.
f) Proposta della possibilità di destinare l’8 per mille per l’edilizia scolastica.
g) Insegnamento pratico di esperti di musica e motoria nella scuola primaria, e rafforzamento di Storia dell’Arte e Disegno nel biennio dei Licei e degli Istituti turistici.
h) “Formazione congiunta”, in modo che l’impresa possa usufruire di sgravi investendo nella scuola.
i) Ricostruire i laboratori formando, al tempo stesso, i docenti.
j) Dotazione di banda larga veloce per tutti gli istituti (entro quando e con quali fondi?).
k) “Servizio civile per la scuola”, con studenti universitari che accumulano crediti lavorando gratuitamente.
l) Costituire una mappa delle competenze richieste dal mondo del lavoro, per poter programmare investimenti.
m) Stabilizzazione delle risorse per il MOF. In questo documento, purtroppo, ci sono assenze pesantissime per ciò che riguarda:
a) Programmi delle varie discipline. Rivedere completamente le linee guida del ministero, emanate col nuovo ordinamento che sono assolutamente al di fuori di ogni visione reale dei vari indirizzi.
b) Sicurezza nelle scuole e qualità di insegnamento ad essa corrispondente, con riferimento ai locali e al numero di alunni per classe con Dva e non.
c) La “Governance” della scuola non viene assolutamente spiegata, se si escludono i nomi, ed è conosciuta solo da chi ha letto la proposta Aprea-Gelmini.
d) Si parla di nuovo Testo Unico sulla Legislazione scolastica che sostituisca quello del 1994, senza spiegarlo.
e) Non viene detto come vorrebbero essere variati la parte retributiva di un eventuale contratto proposto e lo “status giuridico” del docente.
f) Costituzione di una fondazione, o ente con autonomia patrimoniale, per la gestione di risorse esterne, ma non sappiamo chi la dovrebbe dirigere.
g) Personale ATA citato esclusivamente per i tagli.
Aspetti negativi o non aderenti alla realtà:
a) “ringiovanimento del corpo docente”: non per il concetto assolutamente auspicabile, ma perché cozza con la politica di mancato pensionamento (quota 96) e con il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, da valutare, secondo me, a seconda dei lavori svolti.
b) “organico funzionale”: già introdotto dal 2012 come “organico dell’Autonomia” (progetto Aprea – Gelmini) e correttamente citato a pg. 14. I docenti che ne fanno parte potranno coprire le supplenze negli istituti della rete, anche se di ordini diversi e su materie affini, fungendo da “trait d’union”, ad esempio, tra terzo anno di secondaria di I grado e primo di secondaria di II grado (“snodi di passaggio”), a scapito della continuità didattica, della preparazione degli studenti, e con evidente ricaduta negativa sulla motivazione di docenti specializzati nelle loro discipline, e che va in direzione contraria alla continua richiesta di specializzazioni nel mondo del lavoro attuale.
c) Eliminazione delle supplenze brevi: sono già pressoché scomparse. Per ragioni economiche le scuole rinviano le chiamate, tanto è vero che quest’anno in moltissimi istituti i ragazzi hanno avuto discipline senza insegnante per mesi, con conseguenti ore abbandonati a se stessi, smistati in classi diverse, uscite anticipate ed entrate posticipate, alla faccia della continuità didattica. A tal proposito, nonostante l’organico funzionale, questa non verrà rispettata se, come succede adesso, i criteri di assegnazione delle classi sono dettati in primo luogo dalla somma aritmetica delle ore: ho perso una mia classe dopo i primi due anni perché con quelle tre ore settimanali sforavo le 18 e avrei dovuto in seguito ampliare il mio orario, con le classi successivamente assegnatemi, a 21 ore, togliendo lavoro ad un giovane precario. Stessa sorte, inoltre, come spiegato più avanti, se i docenti saranno costretti a cercare maggior fortuna retributiva in altri istituti.
d) Nuove assunzioni con disponibilità e flessibilità. Dopo anni di precariato, con una media di 40-50 anni di età, famiglie già formate, figli compresi, ai nuovi assunti si chiede la disponibilità ad accettare la cattedra anche al di fuori della regione di appartenenza, di insegnare una “materia affine”, e di fare parte dell’ “organico funzionale”. Il ministero prevede già rinunce volontarie.
e) La carriera dei docenti è il primo vero grande punto dolente di questo progetto, e lo si capisce subito dalla prima tabella presentata a pg. 49. Nonostante l’asterisco finale (onesto), in questo modo si fuorvia un non addetto ai lavori e la si può assimilare a “pubblicità ingannevole”. Da 0 a 8 anni, per un docente come me della secondaria di II grado, ai dichiarati 34.400,44 euro di lordo stato, si deve togliere il 32,70%, che costituisce la quota di contributi a carico dell’amministrazione, cioè appena 11.249,00 euro, per un totale di 23.151,44 euro lordi (e sicuramente noi non evadiamo il fisco su questa cifra).
f) Creazione di una banca ore che il docente “guadagna” nei giorni di sospensione dell’attività didattica, per ora limitatamente a quelle decise dal CdI, ma poi probabilmente allargate ai periodi di Natale e Pasqua, e che verranno “sfruttate” per attività dell’istituto, come supplenze o altro. Il problema è che il lavoro del docente, che si voglia o no, si svolge per una buona parte a casa. L’avvocato viene pagato solo per le ore che passa in tribunale? Ma lo studio delle pratiche, le strategie per le udienze, i colloqui con gli assistiti, li fa in tribunale?
g) Il “valore” di un insegnante sarà dato dalla qualità dell’insegnamento in classe e la capacità di migliorare l’apprendimento, poi da attività di organizzazione e progettazione (ma non dovrebbe avere primaria importanza la docenza vera e propria?).
h) Per l’avanzamento di carriera si avranno scatti di retribuzione triennali pari (forse) a 60 euro netti e solo per il 66% dei docenti dell’Istituto (i primi 66 docenti con più crediti tra i 100 dell’organico), mentre ore di supplenza, coordinamento, corsi recupero sono tutti compresi nel monte ore contrattuali. I docenti “mediamente bravi” si potranno spostare in una scuola dove il livello dei “meritevoli” è più basso di quello esistente nel proprio istituto di provenienza, in barba alla continuità.
i) La figura del Mentor è una figura che accentra un enorme potere e riceverà un’indennità di posizione oltre a tutti i crediti e compensi, potrà essere riconfermato dopo tre anni: segue la valutazione, coordina e sovrintende la formazione, aiuta il DS nei compiti più delicati della valorizzazione delle risorse umane e della didattica.
j) Introduzione del BYOD (Bring Your Own Device), secondo il quale i ragazzi utilizzano i propri dispositivi informatici, con evidente discriminazione nei confronti dei meno abbienti e fallimento della digitalizzazione della scuola.
k) MOF: il 10% sarà interamente gestito dal Dirigente Scolastico per retribuire docenti per attività gestionali e di didattica di particolare rilievo per il Piano di Miglioramento (forte rischio di clientelismo incontrollato).
Tenendo conto di quanto c’è di positivo e negativo in questo documento, con in grassetto le mie variazioni:
LA SCUOLA BUONA SECONDO ME
1. Rinnovo del contratto ed adeguamento salariale come premessa, (la VII Commissione cultura ha posto questione di legittimità al blocco, che dovrebbe avere carattere temporaneo ed eccezionale).
2. Stabilizzazione del precariato ed immissioni in ruolo, con disponibilità alla mobilità a partire dai nuovi assunti dal 2016.
3. Dal 2019 assunzioni solo tramite concorso e anno di specializzazione con didattica e pedagogia. Anno di tirocinio con Mentor o docente-tutor, scelto tassativamente dall’Assemblea dei docenti (come migliore garanzia di imparzialità), così come il nucleo di valutazione che abilita.
4. Ripristino a tutti gli effetti della continuità didattica come primo criterio per le supplenze e per l’assegnazione delle classi e, di conseguenza, permettere la formazione di cattedre di 17 o 19 ore.
5. Rispetto dell’art 33 della Costituzione e nessun finanziamento statale alle scuole paritarie.
6. Copertura completa delle scuole con banda larga veloce.
7. Formazione obbligatoria svolta da docenti in possesso di competenze specifiche.
8. Rispetto della sicurezza e corrispondente qualità dell’insegnamento, senza deroghe, come le attuali, che mettono in pericolo docenti e studenti, e rendono ridicoli e poco credibili i costosi corsi di aggiornamento cui ci sottoponiamo per legge. Limiti inderogabili di 25 alunni per classe (se il rapporto alunni/mq è rispettato), oppure 15 in presenza di DVA gravi.
9. Qualità dell’insegnamento verificata periodicamente da un ispettore esterno, anche per i dirigenti, come avviene in altri paesi europei.
10. Maggiore importanza alle lingue (da dimostrare non certo con la diminuzione di ore di lezione avvenute di recente), alla matematica e alle materie logico scientifiche per ridurre il divario esistente con tutti gli altri paesi, e alla lingua italiana, che dovrebbe essere parlata correttamente da docenti e studenti.
11. Esame di stato con membri esterni e da uno a tre interni.
12. Valutazione obbligatoria online dei docenti e dirigenti e di ogni lavoratore, da parte degli studenti che sono usciti dall’istituto almeno da un anno, e creazione di un “portfolio” da ampliare di anno in anno, che costituirà un database dell’istituto accessibile nella rete nazionale delle scuole, dal quale vengono scelti i docenti secondo la graduatoria conseguentemente stilata. Per i dirigenti verrà aggiunta la valutazione dei docenti, con gli stessi criteri di quella degli studenti, mentre il dirigente accompagnerà il docente che lascia l’istituto con la propria valutazione. Ulteriore valutazione per tutti data dagli ispettori di cui al punto 9. Il test di valutazione, verrà stilato dal Nucleo di Valutazione, secondo criteri stilati a livello nazionale, ed approvato dall’Assemblea dei docenti.
13. Retribuzione maggiore a chi lavora di più esclusivamente nella funzione di insegnamento. In particolare guadagnerà di più chi insegna materie con scritto/pratico e orale, ha più alunni, prepara e corregge più scritti, ha classi iniziali (le prime), insegna in istituti professionali o, comunque, in istituti o zone “difficili”. Scatti stipendiali triennali per anzianità, come riconoscimento del valore dell’ “esperienza sul campo”.
14. Istituzione di “figure organizzative” che si occupano esclusivamente di questo e non vanno in classe.
15. Considerazione del tempo di lavoro casalingo, necessario alla preparazione e correzione, e inglobato nell’orario di lavoro settimanale: professionista retribuito per ciò che produce non per il tempo passato in ufficio. Nel caso in cui si voglia far lavorare i docenti a scuola nonostante l’assenza degli studenti, la costituzione di uffici (all’americana, in open space), dotati di postazione pc con collegamento internet, stampante e scrivania, e senza portare lavoro a casa (in quanto non più considerati liberi professionisti): orario statale, con ciò che ne consegue.
16. Ampliamento delle componenti docenti, studenti e genitori, e contemporanea diminuzione del potere del dirigente con esclusione della componente esterna nel Consiglio dell’Istituzione Scolastica.
17. Pubblicazione on line dei bilanci, delle spese, dell’utilizzo di fondi pubblici e privati, tramite tabelle chiare e leggibili da non esperti di contabilità.
18. Innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni.
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