Senza certezze, chiude il centro psichiatrico della SomsArt
A gennaio il centro fondato dal professor Balduzzi ha sospeso le attività. I costi sostenuti per diventare centro accreditato sono saliti e senza i contributi della Regione non si riesce a procedere. Le rassicurazioni dell'Asl
«Non lasciamo che l’unico reale lascito del professor Balduzzi chiuda per sempre». È l’allarme che un centinaio di persone rivolge all’Asl di Varese e alla Regione per poter proseguire l’esperienza di centro diurnio psichiatrico della SomsArt di Comerio.
Dal 1982, infatti, il piccolo teatro di Comerio è gestito dalla famiglia Ranza Crippa che ne ha realizzato uno spazio per integrare i soggetti psichiatrici nella comunità. Il professor Balduzzi, apprezzato luminare della psichiatria italiana e sostenitore, insieme con Basaglia, della necessità di coinvolgere i soggetti con disturbi mentali in attività dirune del proprio territorio, trovò nella famiglia di artisti e letterati un valido alleato. Da 23 anni, quindi, una trentina di pazienti psichiatrici ha la possibilità di frequentare il circolo artistico, seguendo atelier e laboratori di pittura, fotografia, scultura, insieme ad altri allievi. Una lunga storia di integrazione che la famiglia Crippa Ranza ha sempre sostenuto con le proprie forze.
Nel 2013, la SomsArt ha ottenuto l’accreditamento come centro diurno psichiatrico: « Il passaggio è stato molto gravoso – spiega la psicoterapeuta, dottoressa Morena Grignani – I costi per essere in regola con i dettami della Regione sono lievitati a dismisura. A fronte delle aumentate spese, però, non è stato corrisposto il sostegno del Servizio sanitario pubblico. Nel 2014, sono stati bloccati nuovi accreditamenti a causa del taglio dei finanziamenti. E anche quest’anno, nonostante siano cambiate le regole e ci sia la possibilità di aprire a nuovi contratti, non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione. Per tutto il 2014, la famiglia Crippa Ranza ha sostenuto le nuove spese senza chiedere nulla agli ospiti. Ma non si può andare avanti così». In questo limbo di confusione, la società che gestisce il centro ha deciso la chiusura: « Ufficialmente è per lavori di manutenzione – spiega la dottoressa Grignani – Ma il vero problema è la chiarezza: se arriveranno le sovvenzioni per 6 o 8 posti accreditati, allora la famiglia Crippa Ranza continuerà nella sua esperienza, altrimenti la gestione è insostenibile e non ci sarà più possibilità di proseguire nell’unica realtà aperta dal professor Balduzzi».
Le attività, quindi, sono state sospese per tutto il mese di gennaio e solo la buona volontà di un gruppo di volontari dell’associazione Spes permette di organizzare 4 incontri settimanali di 2 ore in ambienti messi a disposizione dai comuni di Comerio, Luvinate e dal CFM di Barasso.
Il rischio chiusura dovrebbe, però, essere scongiurato: « Quest’anno c’è la possibilità di effettuare nuove contralizzazioni nell’ambito di precisi accordi di programma – spiega il direttore sanitario di Asl Stefano Taborelli – I soldi, cioè, ci sono e si potrà arrivare al contratto entro, massimo, aprile. Ancora, però, non possiamo dire di quanti posti avremo bisogno per l’area coperta questa realtà».
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