Caja: “Proverò a fare bene anche per il Poz”
Il nuovo allenatore si presenta: «Per prima cosa devo capire su quali soldati posso contare. Capisco la società: anch'io avrei fatto di tutto per tenere Gianmarco». Possibile ritorno sul mercato, Deane sempre in bilico
É considerato uno specialista in salvezze, e a Varese lo hanno chiamato proprio per quello. Attilio Caja, classe 1961 da Pavia, ha vestito per la prima volta stamane (mercoledì 25) la tuta con le insegne della Pallacanestro Varese ed è già al lavoro per capire come intervenire su una squadra in palese difficoltà tecnica e psicologica. Prima di calcare il parquet – avrà gli stessi assistenti di Pozzecco, ovvero Ducarello e Jemoli – però, il coach si è presentato in conferenza stampa per analizzare il momento e delineare le linee guida del suo intervento.
«Dopo il sacrificio di Gianmarco devo fare di tutto per portare la barca in porto, in modo che tutti noi possiamo arrivare soddisfatti a fine stagione» ha esordito il nuovo coach, il quale ha apertamente dichiarato di aver parlato piuttosto a lungo con il predecessore nei giorni scorsi. «Tecnici e giocatori passano nel tempo, tifosi e società invece rimangono: comprendo bene i tentativi fatti dai dirigenti per trattenere Gianmarco, che per questo club è una persona speciale. Fossi stato in loro avrei fatto la stessa cosa. Ora proverò a fare bene anche per lui, provando a raggiungere quegli obiettivi che il Poz non è riuscito a ottenere».
Caja utilizza una metafora legata alla cucina per spiegare il suo modo di vedere la situazione: «In questo momento è inutile pensare a quale sia il nostro piatto preferito: meglio valutare gli ingredienti che si hanno a disposizione e provare a realizzare una buona minestra».
Per riuscirci, ci sono due aspetti da curare: quello tecnico e quello motivazionale. Partendo da quest’ultimo, Caja spiega: «Bisogna innanzitutto ricompattarsi, perché le dimissioni di Cecco prima e Gianmarco poi hanno inevitabilmente demoralizzato l’ambiente. Allo stesso tempo dovrò capire chi ha intenzione di combattere per la causa e chi invece non se la sente: in genere nelle squadre si trovano persone dal carattere diverso, da chi decide di lottare sempre e comunque a chi invece in certe situazioni rende meno. Valuterò anche questo, poi prenderò le mie decisioni, anche perché la società ha dato la disponibilità a inserire qualche novità nella rosa nel caso servisse». Di nomi, per il momento, non se ne fanno né in entrata né in uscita, ma anche oggi a Masnago era presente il procuratore di Willie Deane (Luigino Bergmaschi) che resta il più indiziato a lasciare la compagnia, anche se ovviamente il cambio di allenatore ha un po’ frenato l’operazione già ampiamente imbastita nei giorni scorsi.
«Dal punto di vista del campo – prosegue Caja – Oggi comincerò a vedere la squadra direttamente, a capire come risponde alle sollecitazioni dello staff e a valutare i problemi fisici di quei giocatori che rientrano dagli infortuni. Tra l’altro ieri e oggi non si può allenare Rautins e questo è il primo problema da affrontare. Quindi mi prendo qualche giorno per avere le risposte dai giocatori rispetto alle richieste tecniche: se tutti dovessero dare l’ok alle mie richieste sarei ben felice di proseguire con ognuno di loro. Intanto – conclude il nuovo coach – mi sento già molto partecipe e responsabile di quel che succede, anche perché quando si entra in questo palazzetto si sente il peso della storia. Non è retorica, è un dato di fatto, come è un dato di fatto che il pubblico di Varese può realmente dare alla squadra qualche punto in più nell’arco di una stagione con il suo tifo e la sua vicinanza».
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