La partita di Fontana, tra il Varese e il “Molina”
Il sindaco è sceso in campo per dare una mano alla squadra di calcio, ma sta giocando anche il match sui vertici della principale casa di riposo cittadina
Ci sono voluti grandi scandali per avviare il calcio italiano al recupero alla civiltà delle leggi. Molto ha fatto la Federazione, ma il cammino non è stato completato se esplodono crack inattesi, anche di grandi società, se la trasparenza non è ancora patrimonio di tutti, infine se nell’orbita del pallone navigano ancora personaggi non definibili. Personaggi abili nel trarre vantaggi e nel lasciare agli altri le situazioni difficili. Comportamenti che non hanno rilevanza penale, semmai molto vicini alla furbizia volpina.
Qualche labile cenno a eventi simili è affiorato nel doloroso addio di Laurenza, presidente del Varese 1910, che non si meritava gli insulti dei tifosi, che di tasca sua di soldini ne ha messi, che infine se ne è andato senza pretendere indennizzi di sorta, ma lasciando un passivo societario di 9 milioni. Il presidente si è anche lamentato per la fuga degli imprenditori varesini, ma la congiuntura economica è molto pesante, non si può avanzare pretese nei loro confronti. Tanto più che è gente che in campo sociale e sportivo alla città ha sempre dato moltissimo.
Come ambasciatore del calcio varesino in crisi si è offerto il sindaco Fontana, può darsi che riesca nell’impresa tanto più che essa potrebbe rappresentare un fondamentale cambiamento nella gestione delle società di calcio, già realizzato in serie A, anche da piccole realtà sportive ed economiche. Nelle sue vicende il Varese Calcio si è imbattuto in scorridori dei bilanci, chi subentrerà in una società giovane come il Varese 1910 potrà allora avere riscontri e informazioni nel segno di un avallo ufficiale, certificati cioè da presenze e controlli istituzionali. Il sindaco offrendo queste garanzie darà molta tranquillità a chi deciderà di farsi avanti. Al tempo stesso si potrà eventualmente mettere a fuoco anche la situazione degli impianti proprio per dare ulteriore consistenza al progetto sportivo.
Al momento la sopravvivenza della squadra è però il primo, anzi l’unico argomento all’ordine del giorno. Per Fontana è pure una notevole occasione politica, tanto più che la sua maggioranza lo sta mettendo in croce: si vuole silurare Guido Ermolli, presidente uscente del “Molina” e protagonista di un clamoroso rilancio della casa di riposo dopo anni di infelici gestioni. Lo statuto del Molina prevede che la scelta dei suoi vertici sia compito del sindaco. Avendo scoperto che la casa di riposo se ben amministrata è una bella bandiera la politica ci si è buttata a pesce. Sono i cristiani a voler fare a Ermolli lo scherzo da prete – la specialità della casa – dovendo essi sistemare lo scout Campiotti; i forzisti colgono invece l’occasione per scocciare la Lega, per il divertimento di piegare il sindaco. Gli azzurri varesini, in lizza per l’oscar lombardo del fantubismo, sono ormai colonizzati dal gallaratese Caianiello. Un nome che ricorda i bollettini meteo Rai quando al Sud annunciavano nebbia tra San Vittore e Caianello. Adesso abbiamo nebbia in Val Padana.
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