A lezione di cyber bullismo: “Ecco come difendervi”

Il criminologo Massimo Picozzi ha parlato davanti agli studenti dell'artistico per sensibilizzarli ad un uso attento e consapevole del web. Ospiti speciali dell'iniziativa Valentina Diouf e Giulia Pisani, giocatrici della Unendo Yamamay

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Si è svolto venerdì mattina presso il Liceo Artistico Paolo Candiani di Busto Arsizio l’incontro organizzato dalla Volley TIM Cup con il professore Massimo Picozzi per sensibilizzare i giovani, gli studenti, i docenti a un uso attento e consapevole del web. «Chi fa sport di squadra -spiega Picozzi, criminologo e psichiatra- ha un terzo di probabilità in meno di finire vittima di bullismo perchè avere il compagno negli spogliatoi crea rapporto più diretto».

 

Ma se un tempo il bullismo «si fermava fuori dalla porta di casa» oggi non è più così «e continua incessantemente grazie al web». E proprio per questo motivo il consiglio di Picozzi è quello di «non cadere nella trappola di chi per 24 ore al giorno non pensa ad altro che ad attaccar briga» e che sopratutto «cerca di farsi forte dietro lo scudo dell’anonimato». Ma il totale senso di impunità del quale si fa forte il bullo da tastiera in realtà è solo una chimera: «salvate le prove -spiega Picozzi- perchè sono tutti reati perseguibili e, oltre a cambiare i vostri account sui social, parlate con qualcuno di cui vi fidate».

L’incontro rientra nell’ambito della Volley TIM Cup, il progetto promosso da Tim, Lega Pallavolo Serie A Femminile e Centro Sportivo Italiano con l’obiettivo di avvicinare la pallavolo delle atlete professioniste a quella delle giovani giocatrici promuovendo i sani valori di uno degli sport di squadra per eccellenza. All’incontro hanno infatti partecipato anche Valentina Diouf e Giulia Pisani, giocatrici della Unendo Yamamay Busto Arsizio che hanno portato ai ragazzi la loro esperienza personale e il loro punto di vista.

«Io non riesco a vivere staccata dal telefono -racconta Pisani- ma questo mi ha portato qualche problema quando i giornali hanno inteso alcuni miei post come una volontà di abbandonare la squadra». La storia di Valentina Diouf è invece un po’ diversa: «io ero arrivata ad avere addirittura due pagine su facebook -spiega- ma da qualche anno ho chiuso tutto e ora sogno di poter stare per qualche giorno anche senza telefono».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Marzo 2015
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