L’uomo che non temeva la tempesta

La serata più brutta dell’autunno scaldata dall’intraprendenza di un sindaco esempio di dedizione per il territorio: Mario Prato

C’è una foto che racconta chi era Mario Prato, e ho avuto il privilegio di scattarla la notte del 5 novembre 2014 a pochi passi dal Margorabbia uscito dagli argini al Cucco, frazione di Montegrino Valtravaglia. E’ lo scatto di una serie di persone sotto una pioggia battente: ci sono vigili urbani, poliziotti, finanzieri, volontari della protezione civile intorno a un uomo di spalle che sta prendendo delle decisioni. Ecco, Mario Prato era lì: un sindaco chiamato dallo Stato ad intervenire per le 120 famiglie che quella notte dovevano trovare una sistemazione: il fiume minacciava di portare via le loro case. Varie

Una regola del giornalismo recita che la stanchezza del cronista non fa notizia.
Quella di un sindaco, sì: e oggi è la testimonianza che non tutto è perduto; che c’è un Paese fatto anche di queste persone.
“Guarda che il Margorabbia è uscito e stanno evacuando le case”.
Ma chi aveva voglia di uscire di casa quella sera? Però il dovere chiama. E’ probabile che l’ultima parte dello stesso pensiero, quella sera di autunno con l’acqua che stava ricoprendo tutta la provincia, fosse risuonata nelle orecchie di Mario Prato: da ieri notte non c’è più e da queste parti sarà ricordato come uno che si è dato da fare.

Conoscevo Mario Prato per aver passato con lui una giornata nel corso del 141tour, il giro per valli e paesi fatto nell’estate del 2013. Era contento del suo paese, portato in palmo di mano: “Guarda il lavatoio di Bosco, guarda come si vede bene il San Martino, da qui. Ti porto adesso al laghetto con le ninfee. Ecco la pineta: mica male, vero?”.
E ancora ogni pezzo del paesino, ogni angolo, Prato voleva fosse fotografato, immortalato: mi accompagnò persino ad assaggiare fragole e lamponi in un’azienda agricola all’ingresso del paese.

Quei momenti erano di impegno, ma quasi di svago.
Ma stare ore con l’acqua che scende dal bavero, con gli stivali ammollo e al freddo, quello no: non è roba da tutti. Per questo rincresce apprendere della tragedia. Per questo è bene ricordare il sindaco Prato così: un combattente, sotto l’acqua, pronto.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Aprile 2015
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