“Ma quale rivolta? E’ stato tutto un malinteso”
Nessuna rivolta e niente botte al centro di via dei Mille. "Alcuni credevano che avessimo picchiato un ragazzo -spiegano i gestori- ma abbiamo mostrato loro i filmati della video sorveglianza e si sono scusati"

Il loro compagno in mezzo alla strada, le urla, il sangue, la porta a vetri sfondata. E’ nata da qui la convinzione tra il gruppo di ivoriani che il 24enne protagonista della concitata giornata di mercoledì al centro profughi di via dei Mille fosse stato picchiato. «Ieri sera abbiamo mostrato ai ragazzi i filmati della video sorveglianza e abbiamo subito ricevuto le loro scuse» spiega Katiuscha Balansino, la responsabile del centro.
Gli attimi di tensione che nel pomeriggio hanno animato la struttura che accoglie 120 persone sono proprio nati da quest’incomprensione «ma non ci sono state risse, botte o tentativi di rivolta». Ora il ragazzo che è già stato dimesso dall’ospedale è tornato in via dei Mille, rifiutando di essere trasferito in un’altra struttura gestita da Katiuscha Balansino e Roberto Garavello dotata di un’infermeria nella quale avrebbe potuto passare un po’ di tempo. Il caldo, il ramadan e la tensione che si è creata dopo le prime risposte negative della commissione che vaglia le richieste di asilo, come nel caso del ragazzo di ieri, certo non stanno aiutando a rilassare gli animi.
«In nessuna delle nostre strutture abbiamo avuto problemi -spiega Balansino- anche grazie alle modifiche apportate ai servizi». Per i ragazzi che rispettano il digiuno, infatti, l’orario della cena è stato spostato intorno alle 10 mentre la colazione viene servita prima dell’alba ma, in base ai regolamenti delle strutture, nessuno può cucinare nelle stanze. Nel frattempo, comunque, continuano le attività per tenere impegnati i ragazzi: «Molti continuano i corsi di italiano e in diverse strutture alcuni stanno partecipando ad iniziative sportive con il territorio».
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