Il Comune pronto a inaugurare la sua dacia

Verrà inaugurato in autunno con una mostra il villino in legno nel parco di Villa Baragiola. Ci saranno anche un bar e aule studio

A quattordici anni dall’acquisizione di Villa Baragiola a Masnago, il Comune di Varese si appresta a inaugurare la dacia, costruzione in legno all’interno del parco.

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A verificare la resa dei lavori, portati a termine dopo uno stop provocato dal fallimento della ditta originariamente incaricata, sono arrivati il Sindaco Fontana accompagnato dagli assessori Santinon e Ghiringhelli, dal progettista dei lavori Mauro Maritan,  dal vescovo Franco Agnesi, e dai rappresentanti della Fondazione Paolo VI Monsignor Erminio Villa e Mario Zeni.

Lo chalet in legno è stato restaurato nell’ambito dell’Accordo di Programma sulla Valorizzazione del Sacro Monte siglato nel 2006: la destinazione dell’immobile, in fase di definizione per i dettagli, sarà infatti quella di Centro di documentazione sui Sacri Monti, con la collaborazione della Fondazione Paolo VI nella gestione, che raccoglierà e renderà disponibile per la consultazione pubblica materiale documentale cartaceo e informatico.

Entro una settimana saranno completate anche le rifiniture dei lavori, dalla posa degli zoccolini all’illuminazione esterna, dal collaudo dell’ascensore alla lamina del parquet. L’inaugurazione sarà tra settembre ed ottobre, con una mostra e una riunione tra i rappresentanti dei Sacri Monti piemontesi e lombardi, come ha precisato l’assessore Ghiringhelli. La dacia di Villa Baragiola

I lavori hanno interessato essenzialmente la parte interna. Lo chalet in legno si articola su tre livelli – di cui uno seminterrato – collegati tra loro da una scala. La rampa che conduce dal seminterrato al piano rialzato è realizzata in muratura con base in pietra; la scala che permette l’accesso al primo piano è in legno. La superficie totale è pari a mq 557. Il piano rialzato sarà attrezzato e arredato per accogliere quattro sale studi aperte al pubblico (probabilmente non solo destinate a ricercatori e studiosi dei Sacri Monti ma anche a studenti); gli spazi occupati originariamente dai locali di servizio sono ridistribuiti in modo da ottenere una più ampia zona di ingresso e accoglienza, mentre al posto della cucina si sono ricavati i nuovi servizi igienici per il pubblico. Inoltre, considerato il piacevole contesto ambientale in cui lo chalet è inserito, sarà avviata un’attività di buvette -caffetteria aperta anche ai visitatori del parco di Villa Baragiola.

Il primo piano sarà destinato al personale, mentre dalle quattro camere si sono ottenuti altrettanti uffici. Nel seminterrato restano la cantina e una parte di deposito. Sono state eliminate le barriere architettoniche: la scala esterna è stata allungata ed è stata realizzata una passerella per l’accesso ai disabili. E’ stato anche posizionato un ascensore, proprio per consentire gli accessi a tutti i piani..

Naturalmente sono stati rinnovati gli impianti e il sistema di illuminazione. Il parquet originale è stato rimesso a nuovo, con inserzioni dove era necessario per l’usura. Il recupero e il restauro sono stati puntuali, con la  sostituzione delle boiserie danneggiate,  e la riparazione mirata della ferramenta e delle cornici delle porte interne che sono state mantenute. Al piano superiore le pareti sono bianche e verde-menta, riprendendo piastrelline originali che già erano qui posizionate.

Il villino in legno oggetto venne realizzato nel 1932, quale “Chalet in legno per soggiorno invernale” voluto dal proprietario del complesso Giacomo Tedeschi. Successivamente, durante il periodo di appartenenza alla Curia, l’edificio fu adibito ad abitazione degli insegnanti del Seminario; il primo piano era infatti dotato di stanze da letto, ciascuna provvista di bagno privato. Dopo la chiusura della sede scolastica il villino non è stato più utilizzato. Nel 2001 la proprietà è stata acquisita dal Comune di Varese.

Costi – Il costo complessivo tra acquisto e opere di ristrutturazione ammontano 6.747.688 euro, fondi messi a disposizione in gran parte dal Comune e da Regione  Lombardia . L’opera è stata finanziata con contributo erogato dalla Fondazione Cariplo pari a euro 420 mila.

Accordo di programma – L’accordo di programma è stato firmato il 4 dicembre 2006 da Comune con il sindaco Fontana, Regione Lombardia, Provincia di Varese, Università dell’Insubria, Consorzio di gestione Parco Regionale Campo dei Fiori, Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, Fondazione Pogliaghi per il Museo Pogliaghi. Entro fine mese i firmatari si incontreranno per definire la destinazione della dacia. L’accordo di programma, che comprendeva – si ricorda –il recupero della stecca di Villa Baragiola, dove è stato realizzato anche lo spazio espositivo, e la sistemazione del Museo Pogliaghi, ha avuto un finanziamento totale di 8 milione e 165 mila euro coperti da Regione, Comune, Provincia e Fondazione Cariplo.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Luglio 2015
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