Il consiglio comunale approva l’accoglienza degli asilanti. Ma a precise condizioni

Molti i cittadini che hanno preso parte al consiglio comunale aperto, chiesto dalla minoranza, per conoscere i motivi e i termini dell'accoglienza dei richiedenti asilo

consiglio comunale aperto su accoglienza degli immigrati

Aula gremita questa mattina, sabato 18 luglio, per assistere al consiglio Comunale aperto di Venegono Inferiore sul tema dell’accoglienza ai profughi. Molti cittadini presenti ma anche esponenti della Lega Nord, come la consigliera Francesca Brianza e il segretario provinciale Matteo Bianchi, rappresentanti della destra, l’assessore di Varese Riccardo Santinon e Giacomo Cosentino.

L’assemblea aperta, chiesta dall’opposizione per capire le ragioni di questa disponibilità data dal sindaco Mattia Premazzi al Prefetto Giorgio Zanzi, ha visto il primo cittadino ripercorrere le fasi di un’accoglienza avvenuta in situazione di estrema necessità. Sul territorio provinciale, infatti, sono attualmente ospitati 650 richiedenti asilo, divisi tra una ventina di comuni ( Luino, Marzio, Besano, Induno Olona, Comerio, Varese, Vedano Olona, Solbiate Olona, Busto Arsizio, Samarate, Gallarate, Somma Lombardo, Gorla Minore, Fagnano Olona, Uboldo).  In genere, Prefettura e Provincia lavorano per individuare piccole situazioni di accoglienza così da favorire la gestione della situazione.

Il 5 luglio scorso, invece, Premazzi venne chiamato direttamente dal Prefetto Giorgio Zanzi per ospitare 50 profughi. Un’accoglienza impegnativa che si risolse in qualche modo attrezzando la palestra dell’istituto Don Milani con la precisa indicazione di sgombrare i locali entro il 23 agosto per la ripresa dell’attività scolastica.

«La scelta avvenne dimenticando di avvertire l’opposizione – ha rimarcato Barbara Lamperti – senza alcun coinvolgimento da parte della popolazione residente»

Le modalità di decisione da parte della giunta ma anche le notizie circolate successivamente non contribuirono poi a fare chiarezza: « La confusione è dovuta anche all’emergenza del contesto che rendeva fluida la situazione – ha spiegato il Sindaco – Ora sono stati accolti 63 richiedenti asilo affidati alla Croce Rossa che si occupa di loro»

Il problema è legato al sistema : l’accoglienza avviene in base alla legge che fissa tempi certi , sei mesi, per l’accertamento dello status di profugo, tempi, però, che non possono venir rispettati a causa della mole di lavoro sempre crescente. La verifica della domanda avanzata dai richiedenti di Vengono sarà vagliata, per esempio, nel febbraio 2016. Nel frattempo, Prefettura e Provincia lavorano per cercare sistemazioni adeguate: « Nel mese che rimarranno a Venegono – ha spiegato l’assessore Maria Chiara Cremona  verranno coinvolti in attività grazie all’interessamento di alcune associazioni di volontariato della zona. Per legge, finche la domanda è pendente non possono svolgere attività remunerate, per cui abbiamo scelto servizi di tipo volontaristico in favore della collettività».

I 63 profughi ospitati al Don Milani sono tutti giovani tra i 18 e i 25 anni, qualcuno ne ha 30 e qualcuno 35. Provengono da diverse parti del continente africano e asiatico: Bangladesh, Costa d’Avorio, Senegal, Gambia, Nigeria, Mali e Guinea. La prossima settimana, l’Asl partirà con la campagna vaccinale mentre un ambulatorio è stato aperto con un medico volontario disponibile ogni giorno. Il centro CPIA, infine, li ha già inserite in classi speciali per insegnar loro l’italiano.

Nonostante i termini eccezionali e provvisori dell’accoglienza, molti cittadini hanno obiettato  le modalità e la necessità di mantenere stranieri quando lo Stato non riesce a pensare agli italiani: « In Italia c’è una guerra sociale che vede gli italiani in grande difficoltà – hanno commentato Cosentino e Santinon – Il paese dovrebbe agire bloccando gli sbarchi, impedenti a queste persone di arrivare sulle nostre coste. È inaccettabile la disorganizzazione che si scarica sui comuni».

Una visione parzialmente condivisa dal consigliere di maggioranza Tommaso Valle che, però, puntualizza : «Non è una soluzione accettabile che si destini un gruppo così folto a un solo comune. Così come è inaccettabile che il governo scarichi i problemi sugli enti pubblici. Il fatto, però, è che il Governo sta affrontando una questione drammatica in solitudine, abbandonato dall’Unione Europea. Noi non siamo contenti di come stiano andando le cose ma è un’emergenza che non si risolve facendo barricate o urlando slogan.  Abbiamo fatto questa scelta perché sono persone e vanno gestite in modo umanitario».

Il confronto è proseguito con interventi da parte del pubblico e si è concluso con l’approvazione di un ordine del giorno del consiglio comunale (votato dalla maggioranza mentre la minoranza Venegono da Vivere ha abbandonato i banchi)  che prevede, oltre al sostegno per le decisioni assunte da Sindaco e giunta giudicate “una scelta politica sicuramente difficile, ma un atto di grande coraggio e umanità”, una serie di richieste: « – Adoperarsi affinché gli accordi presi con la Provincia di Varese e la Prefettura, in merito al fatto che il Centro di Accoglienza Temporanea ospitato presso la Palestra dell’Istituto Don Milani venga smantellato entro il 23 agosto, siano rispettati;

– Farsi portavoce presso la Provincia di Varese e la Prefettura della richiesta di adottare al più presto un piano esteso a tutto il territorio provinciale che veda il coinvolgimento di un ampio numero di Comuni, finalizzato a suddividere i migranti su tutto il territorio, in modo da evitare concentrazioni numerose che sicuramente non sono la strada migliore per favorire l’integrazione;

– Adottare tutte le misure per creare da subito una rete di collaborazioni, anche con realtà al di fuori del territorio comunale, finalizzata a offrire ai profughi occasioni di attività e di integrazione;

– Proseguire nella collaborazione con la Croce Rossa Italiana e le forze dell’ordine perché la presenza dei profughi non debba essere per nessun cittadino motivo di timore o causa di problemi di sicurezza e di ordine in paese;

Farsi portavoce nei confronti del Consiglio e del Governo centrale della necessità

o   di affrontare l’emergenza migranti con urgenza e determinazione,

o   di richiamare gli altri paesi dell’Unione Europea alla corresponsabilità rispetto alla gestione dell’emergenza,

o   di non pensare di risolvere la situazione delegando ai Comuni, peraltro già stremati, la gestione dei profughi e la loro integrazione»

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 18 Luglio 2015
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