Mafia, anno record per la Lombardia

In un solo anno sequestrati beni per 123 milioni di euro ma nel frattempo la mafia attacca la filiera agroalimentare con un giro d'affari stimato in 15 miliardi di euro. Maroni: "Pronto un piano contro le contraffazioni"

mafia

Tra aziende e immobili sono 1.266 i beni confiscati alla mafia fino a oggi in Lombardia, classificandosi come prima regione del Nord e quinta in Italia per beni sottratti alla criminalità organizzata. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati ANBSC in occasione dell’incontro su corruzione e agromafie organizzato a Expo. E se da una parte aumentano i sequestri, dall’altro la mafia si riposiziona in altri settori, come quello agro alimentare

LA LOMBARDIA MAFIOSA – Fino al 2012 i beni confiscati nella nostra regione alla criminalità organizzata erano 1.186. Negli ultimi anni tre anni, quindi, si è registrata una crescita di quasi il 7%. Nel periodo che va dal 1 agosto 2014 al 31 luglio 2015, lo Stato ha sequestrato alla mafia lombarda beni per 123 milioni di euro. Un dato che vede la provincia di Varese al terzo posto con un totale di 83 beni sequestrati, preceduta solo da Brescia (124) e Milano (708).

LE AGROMAFIE – Coldiretti certifica anche come gli affari delle cosche stiano puntando sempre di più sul settore Agroalimentare. Il rapporto elaborato dall’associazione in collaborazione con Eurispes (disponibile qui) mostra come nel solo 2014 ci sia stato un aumento del 10% in tutto il territorio nazionale  per un giro d’affari di 15,4 miliardi di euro. «Il fatto che la criminalità organizzata tenti di infiltrarsi anche nel settore agroalimentare –spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia– è la prova del grande valore di questo comparto e ci deve spronare a una sempre maggior tutela di quelle realtà sane che devono affrontare la concorrenza sleale generata dalle dinamiche mafiose».

IL PIANO LOMBARDO – Secondo i dati della regione il mercato illegale ha causato danni al sistema agroalimentare lombardo pari a 13 miliardi e ad una perdita di oltre 39.000 addetti. Proprio per questo la regione sta predisponendo un piano per la lotta alla contraffazione che sarà presentato il prossimo 24 ottobre a Palazzo Italia. “Questa è una delle eredità immateriali di Expo -ha ricordato il governatore Roberto Maroni- Per questo ho voluto affidare allo Studio Ambrosetti, famoso per la sua visione internazionale, la definizione di un piano di azione che possa procedere ad azioni concrete che portino risultati tangibili».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Ottobre 2015
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