La nostra sicurezza e l’informazione

La difesa della nostra cultura passa dal protagonismo di ognuno di noi. È responsabilità di tutti attivarsi per una maggiore sicurezza. La stampa è in prima linea, ma occorre farlo senza fomentare paure

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Quando passiamo sotto una casa e ci cade una tegola in testa, per lungo tempo abbiamo paura ed evitiamo di camminare vicino ai tetti. È una reazione irrazionale che fonda la propria ragione nelle emozioni. Ci vuole del tempo e una discreta analisi delle proprie condizioni per tornare ai comportamenti normali.

Così agisce quasi qualsiasi persona, tanto più quando è sottoposta a uno stress, piccolo o grande che sia. Dopo i fatti di Parigi questa condizione è amplificata all’ennesima potenza. Il dibattito sulla relazione tra la nostra sicurezza e la libertà diventa centrale e riguarda tutti.

È proprio qui che si innesta la strategia assassina del terrorismo. Cerca di minare nelle fondamenta la nostra cultura. A Parigi lo ha fatto attaccandoci nei luoghi della vita quotidiana. La riflessione potrebbe proseguire per pagine e pagine, ma la domanda di fondo ora è cosa può fare ognuno di noi di fronte a questa nuova situazione? Cosa può fare la stampa?

Ieri abbiamo avuto una lunga conversazione riservata con il Prefetto subito dopo una riunione del comitato di sicurezza. Nei momenti di massima allerta e di tensione è importante che si attivi ogni energia e che questa vada coordinata. Nelle situazioni ordinarie questo riguarda solo i soggetti “addetti ai lavori”, come sono le forze dell’ordine.
La sicurezza ora passa anche dall’attenzione che ognuno di noi può mettere nelle cose. Questo vuol dire opporsi alla “caccia alle streghe”, evitare di amplificare le paure e cadere in un tranello infernale che ci farebbe cambiare radicalmente le nostre abitudini. Nelle azioni quotidiane è importante mettere attenzione perché il miglior controllo possibile del territorio è quello che parte dalla dimensione sociale. Ovviamente non basta, ma per i livelli superiori ci sono le istituzioni, le forze dell’ordine e l’intelligence.

Il terrorismo negli anni Settanta e Ottanta venne sconfitto non solo per la fermezza dello Stato e l’attività investigativa, ma anche per la capacità di risposta dei corpi sociali e delle singole persone. Qualcuno pagò con la propria vita questa scelta.
È chiaro che oggi stiamo vivendo una situazione profondamente diversa. Il terrorismo agisce in uno scenario geopolitico globalizzato e con strumenti tecnologici più raffinati.

Nel concreto ognuno di noi può farsi parte attiva nella cura delle proprie attività pensando ai riflessi che hanno per la collettività, preoccupandosi di segnalare a una istanza superiore, che sia il dirigente, il sindaco, le forze dell’ordine o altro. Questo però non significa istigare una cultura del sospetto, perché anche questa chiuderebbe le nostre vite in recinti pericolosi e dove vincerebbe la paura di tutto e di tutti. Significa rivendicare la forza, pur nell’attuale fragilità, della nostra cultura democratica, attraverso una partecipazione reale e un protagonismo virtuoso.

La stampa in tutto questo ha un ruolo fondamentale perché racconta i fatti e può discernere non solo i modi, ma anche le opportunità nel farlo. Alimentare le paure è rischioso. Dalla diffidenza, già di per sé poco sana, si potrebbe passare all’ostilità continua verso altre culture. In questo momento abbiamo bisogno di unità e di calma e non di accendere micce.

Sulla base di questi ragionamenti, e rafforzati anche dal confronto con le istituzioni, Varesenews mantiene una linea attenta e per nulla incline a fomentare un clima di tensione. Facciamo solo il nostro lavoro con una attenzione ancora maggiore, come una fase di grave crisi richiede. Il giornale è anche dei lettori. Dal primo giorno, nel lontano 1997 lo abbiamo sempre affermato. Siamo attenti ad ascoltare tutte le parole e dar valore al vostro pensiero, ma non cediamo allo schema che vede alcuni tra i buoni e tutti gli altri tra i cattivi. Non serve ed è anche molto pericoloso.

Nella quotidianità significa aver cura nella scelta delle notizie, lasciando alle forze dell’ordine il compito di indagare su fatti che possono suscitare qualche interrogativo o peggio ancora problemi per la collettività

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.

Pubblicato il 18 Novembre 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Condivido pienamente gli argomenti; in questi giorni ho evitato di guardare le miriadi di trasmissioni sulle tv nazionali che si sono buttate con la consueta deprecabile enfasi e pathos e con gli interventi di nani e ballerine a ripetere le loro ovvieta’. Ho preferito l’informazione della RTSI, concisa ed essenziale. In questi momenti bisogna essere lucidi e consapevoli

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