“L’Osservatorio non poteva più sostenersi in questo modo”

La presa di posizione di Cesare Guaita, presidente del Gruppo Astronomico Tradatese, tra i tre soci della fondazione che gestisce la struttura

osservatorio tradate

La presa di posizione di Cesare Guaita, presidente del Gruppo Astronomico Tradatese, tra i tre soci della fondazione che gestisce la struttura: 

Le esternazioni di Luigi Pizzimenti, responsabile della sezione astronautica della FOAM 13 erano proprio quelle che mancavano…
Tra le innumerevoli affermazioni gratuite che compaiono nell’articolo riportato da VNews in data 4 Novembre 2015, ce n’è anche una che coinvolge direttamente il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese, ritenuto (incredibilmente) ‘uno dei problemi principali’ del fallimento della FOAM!

Dunque, secondo Pizzimenti le ‘colpe’ del GAT (uno dei tre componenti della Fondazione FOAM) risiederebbero nel fatto che il GAT si è rifiutato di rieleggere Presidente e Vice-Presidente della FOAM scaduti ad inizio Luglio 2015. Intanto va precisato che il GAT non deve eleggere presidente e Vice-Presidente, ma solo eleggere due suoi membri nell’ambito del CDA della FOAM (composto anche da Sindaco Pro-tempore e Presidente del Parco), entro cui poi vengono eletti Presidente e Vice-presidente. A parte questa precisazione, noi ci siamo rifiutati di indire nuove elezioni per una ragione ben precisa: essendo la situazione della FOAM assolutamente poco chiara dal punto di vista finanziario e non, nessuno dei nostri ha accettato di mettersi in gioco, per il rischio molto grosso di doversi poi accollare problemi non indifferenti generati dalla precedente gestione.

Quelli che Pizzimenti chiama “quattro soldi” sono in realtà un “buco” di circa 40mila euro (sì quarantamila euro !) che è esploso quest’anno ma che si è ripetuto costantemente negli anni passati, salvo poi essere coperto in maniera assistenziale dalla Provincia.

Per noi del GAT, che in 41 anni di attività abbiamo fatto 100 volte più cose della FOAM senza mai chiedere denari a nessuno, questo modo di gestire (spendi e spandi, tanto poi qualcuno ci mette la pezza) ci è sembrato assurdo. Anche perché da molti anni, come GAT, continuavamo a chiedere alla FOAM bilanci e resoconti di attività senza mai ricevere nulla.

La cosa è ancora più indigesta per il fatto che l’attività “scientifica” della FOAM veniva spesso sbandierata sui mezzi di stampa (sfruttandone la loro mancanza di competenza in materia) in maniera sistematicamente sensazionalistica e trionfalistica. Per essere chiari la FOAM non cerca – come afferma Pizzimenti – la vita nello spazio (!) ma ha solo messo a punto (merito indubbio dell’ Ing. G. Savio) uno speciale fotometro in grado di percepire ipotetici lampi laser ‘intelligenti’ da stelle vicine, che andrebbero osservate singolarmente 24 ore su 24. Peccato che il sistema diventa improponibile di giorno e quando è nuvolo, rispetto alla classica ricerca di segnali radio (l’unica che nel mondo viene finanziata) che si possono raccogliere con qualunque tempo ed in ogni momento del giorno e della notte.

Sempre in tema di attività scientifica: come è possibile che la FOAM disponga di una torre solare (costata ai tempi più di 150 mila euro) che in 10 anni non ha fatto una sola immagine (ottica o in H-alfa) al Sole, nonostante l’occasione irrepetibile del 24° ciclo undecennale, tuttora in atto e nonostante richieste a volte addirittura pressanti?

Sempre in tema di attività scientifica: come è possibile che nell’ Agosto 2013 esploda nel Cigno
la stella NOVA più luminosa degli ultimi 40 anni, seguita da Osservatori professionali ed amatoriali di mezzo mondo, mentre alla FOAM tutti erano in …. vacanza ? Ecc. Ecc.

Senza contare l’autogol di Pizzimenti sul numero degli studenti in visita alla FOAM, che non sono certamente i 10.000 (diecimila) da lui sbandierati, bensì circa la metà. Intendiamoci: 4500-5000 mila studenti (distribuiti soprattutto nei mesi primaverili, con lunghe soste nei mesi estivi ed invernali) non sono pochi. Ma se fossero davvero 10.000 (matematica alla mano…), gli introiti renderebbero davvero superflui i ‘quattro soldi’ che la Provincia non può più dare.

La verità è che in Italia ci sono un centinaio di osservatori gestiti da astrofili. Molti fanno lavori davvero scientifici (NEO, comete, Asteroidi, collaborazioni NASA, scuole, didattica). Nessuno riceve normalmente finanziamenti pubblici. Eppure nessuno è mai fallito ! La ragione è molto semplice: vengono gestiti da ASTROFILI veri, capaci di sopravvivere con poche centinaia di euro.

Per essere ancora più chiari: noi del GAT se avessimo basato la nostra attività (viaggi e ricerche in tutto il mondo, pubblicazioni di libri e su riviste scientifiche, astronauti invitati a nostre spese, migliaia di lezioni scolastiche gratuite) su aleatori finanziamenti pubblici, saremmo morti e sepolti da decenni, al posto che essere pienamente operativi da oltre 40 anni.

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Pubblicato il 06 Novembre 2015
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