Il Po, dove il tempo sembra essersi fermato
Il parco del Delta del Po è un'oasi di pace dove si incontra un ambiente unico fatto di storia, fauna, flora. Centinaia di chilometri ciclabili, navigazione tra canali e lagune, belle spiagge e prodotti tipici sono tra le maggiori attrazioni

Quattrocento chilometri ciclabili lungo stradine e pista ciclabili sugli argini del fiume. Un parco, quello del Delta del Po, tutto da scoprire e le due ruote permettono quella giusta velocità e il contatto diretto con l’ambiente.
Un territorio che cambia con le sue stagioni, ma che è in grado di affascinare sempre per la sua bellezza, per la storia, ma soprattutto per la relazione tra la natura e l’attività dell’uomo. La pesca, la flora, la fauna, le coltivazioni, la navigazione, la tecnica e anche l’archeologia industriale sono alcune delle ragioni per passare diversi giorni lontano dalle attività frenetiche.
I segni del Novecento si stagliano in alto con i fari e le ciminiere della vecchia e dismessa centrale elettrica, ma soprattutto del primo impianto con una idrovora costruita tra il 1900 e il 1903 capace di consentire la bonifica di un gran pezzo di terra. Quest’ultima è il richiamo della bella struttura a Cà Vendramin dove è stato aperto un museo che racconta proprio quelle attività all’inizio del secolo scorso.
“L’idrovora è stata un’opera fondamentale per la nostra terra – racconta Sandro, una delle guide ambientali del Parco – perché oltre al suo lavoro, era il segno tangibile della possibilità di restare a vivere sul Po. La potenza si associava alla bellezza degli ambienti proprio per dimostrare che l’uomo era capace di curare ogni aspetto. Questo in un periodo storico in cui era veramente duro vivere qui”.
L’acqua, con la terra, è la protagonista del territorio. Il Po nel corso dei secoli ha formato le famose lagune dove si svolge la gran parte delle attività economiche con le risaie e gli allevamenti delle cozze e delle vongole.
Oggi anche il turismo è diventato un settore importante per la vita delle persone. Ogni attività beneficia dell’arrivo di tanti visitatori.
In autunno l’atmosfera è ancora più caratteristica. Tutto nel Delta del Po sembra fermo, semplicemente in attesa dello scorrere del tempo. In realtà non c’è niente di più dinamico della foce di questo grande fiume che, nei secoli, ha vestito i panni più diversi e mutevoli e oggi è diventato un parco tra i più belli e interessanti d’Italia.
“Il Delta del Po, delicato equilibrio tra terra e mare creato dal fiume e difeso dall’uomo, è una terra ancora in buona parte sconosciuta, – come si legge in una delle sue guide – da percorrere lentamente scoprendo la dolcezza del paesaggio, l’accoglienza calda della sua gente, l’emozione dei ponti di barche, il mistero dei folti canneti, i vasti orizzonti, i tramonti “africani” d’estate, diafani e trasparenti d’inverno, fino al selvaggio fascino della foce. Ambiente naturale e ambiente ospitale: spiagge, porti turistici, itinerari organizzati che vanno dall’osservazione scientifica all’avventura, con una gastronomia insolita, ricca di sapori e gusti nuovi legati alle materie prime del luogo: pesci, mitili, cereali, verdure e selvaggina.
Il fiume, prima di fluire in mare, si divide in sei bracci (Po di Goro, Po di Gnocca o Donzella, Po delle Tolle, Po di Pila, Po di Maistra, Po di Levante), che si aprono a ventaglio dando vita alla terra più giovane d’Italia, il Delta Veneto del Po, una delle più grandi e importanti aree umide d’Europa.
Il paesaggio è un’alternarsi di ambienti diversi che si susseguono dalla terraferma al mare: dopo la campagna troviamo le dune fossili, visitabili, che corrispondono alle antiche linee di costa. Sono stati individuati ben otto cordoni litoranei, ciascuno associabile a un’epoca, dalla Preistoria al 1500. Ecco poi seguire gli argini, le golene, quindi le valli da pesca, le lagune con decine di specie ittiche e gli scanni ricchissimi di avifauna: oltre 380 specie di uccelli fra stanziali e migratori.
Il Delta del Po è una terra completamente al di sotto del livello del mare, fatta eccezione per argini e scanni. Percorrerlo e conoscerlo però non è sempre facile: il paesaggio “ambiguo” copre una realtà sociale e culturale a volte sfumata. Il Delta è uno di quei luoghi che i turisti, il più delle volte, riescono solo a sfiorare se privi della guida esperta di un profondo conoscitore del luogo. Il consiglio, quindi, per chi non ha la possibilità di fermarsi a lungo, 2 o 3 settimane, ma solo pochi giorni o poche ore, è quello di cercare di avvalersi di una guida ambientale. È possibile rivolgersi al Centro Visitatori del Parco Regionale Veneto del Delta del Po che si trova in località Ca’ Vendramin a Taglio di Po, Dove c’è la splendida sede del Museo della Bonifica”.
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