“I candidati sindaco mi fanno quasi tenerezza”
I candidati a sindaco di questi tempi fanno quasi tenerezza: tutti, indistintamente, si fanno carico di sogni di impegni che toglieranno loro ore di sonno tranquillo e li vedranno sempre inquadrati nel mirino di avversari politici e di cittadini che per motivi diversi hanno dovuto sorbire il loro potere. Infatti per cinque anni agli elettori scontenti, per farsi sentire dal palazzo, sono restate solo le lettere di protesta inviate ai mass media.
Un voto più partecipato a volte può evitare il vuoto causato da una delle tante opere incompiute o dimenticate che ci possono essere in qualsiasi comune. “Incompiute“ che però a Varese per numero, dimensione e qualità sono una specialità della casa.
Consigli comunali molto attivi riescono a ridurre il disagio psicologico di questo vuoto, ma a rendere più partecipi i cittadini ci riescono sindaci e assessori che danno credibilità ai loro piani d’azione ascoltando la comunità.
Si può allora istituire anche in terra bosina un ascolto nuovo, coinvolgente e democratico che può raccogliere precise indicazioni date direttamente dagli elettori con il voto. In occasione di qualsiasi consultazione elettorale basta una scheda aggiuntiva dove possono indicare opere e servizi dei quali sentono assoluta necessità.
Un sondaggio inequivocabile, senza possibilità di interpretazioni, che può dare indicazioni diverse da quartiere a quartiere, ma che nel suo complesso sarebbe di grandissima utilità ed esemplare esercizio di vera democrazia.Ovviamente la gestione dell’ iniziativa sarebbe di stretta pertinenza del consiglio comunale.
In tempi in cui in politica si raccolgono adesioni anche in base alla conoscenza informatica, è invece importante non lasciare fuori dall’ambito della vera partecipazione anche la Marietta di Cartabbia o il Pedrin di Casbeno che nulla sanno di web ma hanno diritti pari ai simpatizzanti ,comunque rispettabilissimi, degli hotel di lusso.
I costi di questa verifica popolare dovrebbero essere bassi, mentre si prevedono abbastanza lunghi i tempi di una eventuale operatività del progetto che deve avere tutti i crismi istituzionali. Ne discuteranno, forse, nelle sedi appropriate tuttavia appare importante l’adozione di un simile progetto che avrebbe come ricaduta anche il riavvicinamento del palazzo al territorio, ad abitanti che hanno dimenticato o rimpiangono il gusto di vivere in una città vivace, in ascesa, non più rattrappita e che oggi vede i suoi migliori giovani emigrare verso realtà e situazioni che premiano ì’impegno, che fanno diventare realtà le speranze in un futuro migliore.
Il ricupero di Varese non deve essere comunque compito esclusivo della politica che non ne è certamente l’unica responsabile della crisi .Svolte, cambiamenti sono indispensabili anche in altri settori della comunità, per esempio in quello della cultura elitaria che spezza il pane della scienza e che sembra avere rallentato passo e attenzione a una bella storia e a un meritato prestigio: l’Università.
Per la corsa a Palazzo Estense sono ricomparsi i progetti di liste civiche.Sono giudicate utili in questo momento di scarsa adesione popolare a una politica che per le sue avventure romane o per le sue negligenze regionali anche a Varese non “incontra” molto.
Le liste civiche saranno una soluzione molto interessante se ci sarà una bella risposta dal mondo delle professioni in fuga dal palazzo, se pensiamo alla Varese dei record. Senza giovani emergenti, senza professionisti di livello e magari pure senza la Marietta e il Pedrin c’è il rischio di un’altro stop doloroso per il palazzo e per la città.
Anche nel libro dei sogni di tutti i sindaci nulla va trascurato per un finale che preveda più cittadini felici e contenti.
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