Per Erika le gru della pace che arrivano da Hiroshima

E' stato un regalo originale e commovente quello che Emanuela Crivellaro ha portato, a nome della Fondazione Ponte del Sorriso, come "regalo di ringraziamento" per i genitori di Erika Gibellini

Tre donazioni in nome di Erika

E’ stato un regalo originale e commovente quello che Emanuela Crivellaro ha portato, a nome della Fondazione Ponte del Sorriso, come “regalo di ringraziamento” per i genitori di Erika Gibellini, che oggi, 23 febbraio 2016 hanno donato  una somma all’associazione. Delle gru di carta, donate anche a tutti gli altri partecipanti, che hanno una storia speciale, e che simboleggiano delle ali di speranza che da Hiroshima si posano su tutti i piccoli malati di tumore.

Ecco la spiegazione,  che Emanuela Crivellaro ha dato nel corso della cerimonia:

Sadako Sasaki abitava a Hiroshima, con la sua famiglia a circa due chilometri dal punto su cui venne sganciata la bomba.
Aveva due anni e rimase miracolosamente illesa. Divenne una ragazzina intelligente, vivace e atletica. Ma all’età di undici anni, mentre si stava allenando per una grande corsa, si ammalò di leucemia a causa degli effetti delle radiazioni.
La sua migliore amica, Chizuko, le parlò di un’antica leggenda secondo cui, chi fosse riuscito a creare mille gru con la tecnica dell’origami avrebbe potuto esprimere un desiderio.
Nelle lunghe giornate in ospedale Sadako si dedicò a costruire, con le scatole delle medicine e con qualunque altro frammento di carta avesse a portata di mano, piccoli origami raffiguranti le gru. Credeva che così facendo, oltre a poter tornare a correre, avrebbe posto fine a tutte le sofferenze del mondo ed avrebbe portato la pace.
Ne aveva composte più di milletrecento quando, dopo mesi di malattia, i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere smisero di animare la piccola stanza d’ospedale ed entrarono nella memoria straziata di tutti coloro che l’avevano conosciuta, a partire dai suoi compagni di scuola.
Da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta, di tutte le dimensioni e di tutti i colori, prendono forma dalle mani dei bambini e degli abitanti di Hiroshima. E da tutto il mondo milioni di piccole gru vengono ancora oggi spedite ogni anno alla città e depositate intorno alla statua che raffigura Sadako mentre tende una gru verso il cielo.
L’origami della gru è stato elevato a simbolo di pace, di fratellanza e di speranza.
Erika come Sadako. Una guerriera solare, vivace che rimarrà per sempre nel ricordo di chi le è stato vicino.
Erika ora vola libera, leggera e soave nel cielo come una gru di origami, che racchiude nelle semplici pieghe delle ali, i suoi sogni colorati, portando pace e speranza.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Febbraio 2016
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