Informagiovani, «unire le forze con altri comuni»
Il vice presidente della Provincia Giorgio Ginelli risponde all’invito della minoranza per fare il punto sul servizio che verrà ridimensionato
C’erano poco più di 10 persone all’incontro di martedì scorso in sala consiliare proposto da Gianni Lucchina, della minoranza di Gavirate, per fare il punto della situazione sul servizio Informagiovani. Sulla questione era stato inviato anche il vice presidente della Provincia di Varese Giorgio Ginelli che ha risposto alla chiamata, assieme ad un paio di consiglieri comunali dei paesi vicini: Cittiglio e Castello Cabiaglio. Un incontro che ha anticipato di una settimana quello in programma per il prossimo 19 luglio richiesto dal sindaco Silvana Alberio e inviato a tutti i sindaci del comprensorio.
L’idea del coinvolgimento dei “vicini di casa” per risolvere una questione legata all’informagiovani è sintomo di un problema che in realtà gaviratese non è, dal momento che se è vero che è una dipendente del comune di Gavirate ad essere andata in pensione e che di fatto pone il problema del personale per continuare a garantire il servizio, dai dati sulle utenze risulta che solo il 27% di chi si rivolge a questo sportello risiede in paese. L’indotto che interessa i comuni vicini c’è.
Quindi ecco l’idea di puntare anche sui paesi vicini per risolvere la questione, mantenendo un servizio che, tra l’altro, è pure informalavoro, e “sportello immigrati” come è emerso dalla disamina a volo d’uccello di cosa offre questo ufficio, ora all’interno del centro commerciale Campo dei Fiori ma che, se non si dovesse trovare soluzione, potrebbe venir spostato nei pressi dell’ufficio anagrafe del municipio.
L’idea iniziale del sindaco Alberio era quella di proporre alla Provincia di destinare i dipendenti dei centri dell’impiego che verranno con ogni probabilità ridimensionati – Laveno Mombello, Sesto Calende e Tradate – all’informagiovani.
E qui entra in gioco Giorgio Ginelli, vice presidente della Provincia con delega al lavoro che ha ascoltato a lungo per offrire fondamentalmente due spunti. Primo: i centri per l’impiego sono in forte carenza di personale e, così stanti le cose, potrebbe essere a rischio lo standard dei servizi erogati, quindi la strada da seguire è quella di accorpare dipendenti in centri maggiori per rafforzare le competenze. «Vuol dire per esempio garantire standard maggiori a Varese, ma anche Luino, che già ora è un polo importante e che crescerà ancora di più», ha detto Ginelli, sottolineando come proprio a fronte di questa riorganizzazione dovuta alla carenza del personale, l’ipotesi di “girare” dipendenti a Gavirate risulti impraticabile.
Quale strada da seguire, allora? L’unione delle forze con altri comuni. La strada secondo Ginelli – che è un po’ entrato nel merito della soluzione, parlando anche da sindaco (lo è di Jerago con Orago) – è quella dell’unione di servizi, delle convenzioni e, perché no, della formula del “privato sociale”, che può funzionare.
«Questo momento è stato importante perché mi ha permesso di entrare in maniera più vicina nelle dinamiche legate al territorio, e mi consentirà di arrivare “preparato” all’incontro dei sindaci di settimana prossima».
Gianni Lucchina ha chiuso ricordando il ruolo della minoranza nel voler dare una soluzione al problema: «Vorrei ricordare che ci stiamo muovendo come minoranza per costruire qualcosa, non per criticare quando ci sarà una chiusura».
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