L’alleanza tra le mafie per gestire lo spaccio in provincia
Mafia gelese, 'ndrangheta e vecchi arnesi della mala del Brenta alleati per importare e spacciare al dettaglio hashish e cocaina. L'inquietante spaccato che emerge dall'indagine dei carabinieri denominata "Alleanza"
Dietro un nome e un cognome tanto poetici si nascondeva un esponente della ‘ndrangheta, Fiore Gentile è il fratello di Francesco Gentile, braccio destro di Giovanni Arena, a capo di una delle cosche più sanguinarie della Calabria. Giovanni e Francesco sono stati arrestati dalla Dda, insieme nel 2006 durante la loro latitanza in un’azienda agricola sulla Sila. Fiore, invece, è stato ammazzato in un agguato nel marzo del 2015, dopo anni tra Busto Arsizio e la Spagna dove gestiva un traffico di hashish di notevoli dimensioni.
Oscuri i mandanti e gli autori dell’omicidio ma a distanza di anni un’indagine dei carabinieri di Varese ha riaperto un fascicolo che sembrava chiuso: Fiore Gentile è stato condannato e poi assolto per un omicidio nel 2004 nell’ambito della faida con i Nicoscia, compare in numerose inchieste delle Dda di Catanzaro e di Bologna, collabora con esponenti dei clan gelesi attivi a Busto per organizzare una rete di spaccio al dettaglio dell’hashish proveniente dal Marocco.
Proprio l’incontro tra Fiore e un gelese, considerato dagli inquirenti vicino alla “Stidda”, ha fatto drizzare le antenne dei carabinieri che da allora hanno avviato un indagine che ha svelato come gli interessi di molti malavitosi siano riusciti a convergere in questa “alleanza”, come è stata chiamata l’operazione del Reparto Operativo di Varese che ha portato ad 11 arresti e 50 indagati.
Qui spunta anche il nome di Mirko Carminati, figlio di Claudio Carminati, a processo per aver fatto parte di un’associazione a delinquere che importava cocaina dalla Colombia insieme ai Rinzivillo -Emanuello e ad alcuni esponenti della famiglia di ‘ndrangheta dei Pelle. Una famiglia veneta, quella dei Carminati, da anni residente a Cairate e che in passato è stata considerata vicina alla Mala del Brenta di Felice Maniero. Solo qualche settimana fa Carminati padre era stato pizzicato a trafficare nell’autolavaggio di famiglia mentre montava targhe rubate a furgoni rubati.
Carminati figlio era stato arrestato nell’aprile del 2015 con 2,6 kh di hashish e 100 grammi di cocaina insieme ad altri due ma ha proseguito senza sosta la sua attività sin dal 2012 quando era stato condannato a 4 anni dal Tribunale di Imperia per importazioni di hashish dal Marocco attraverso le barche a vela.
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