Tra i migranti alla frontiera d’Europa. “Dobbiamo affrontare il fenomeno”

Il racconto del presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo, che ha visitato i campi di accoglienza gestiti da Frontex

Tra i migranti alla frontiera di Chios  Raffaele Cattaneo

Gli ultimi 37 sono arrivati sabato. Negli ultimi mesi ne sono passati tanti di migranti dall’isola di Chios, avamposto del Mediterraneo, e dall’hotspot di Vial gestito da Fontex, l’agenzia europea che sovrintende alle frontiere dell’UE. È un quadro che non può lasciare indifferenti: tanti bambini che con le loro madri sono scappati dalla guerra per cercare un futuro diverso in Europa. Prevalentemente, dalla Siria e dall’Afghanistan, ma anche dall’Iran, dalla Libia, dall’Iraq e persino dal Mali. È un fenomeno epocale quello dell’immigrazione che non accenna ad arrestarsi. Lo dicono i numeri e lo dice il quadro politico internazionale che si sta sempre più complicando.

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Chios è un’isola dalle dimensioni modeste, le prime braccia accoglienti dell’Europa, posizionata come una piccola appendice nel Mar Egeo. È l’ultima frontiera dell’Europa prima della Turchia. Un’isola tanto piccola quanto generosa che è riuscita con i suoi piccoli mezzi e con pochi aiuti governativi a far fronte all’arrivo di una quantità impressionante di migranti che da piccoli campi profughi come Vidal e Souda hanno sostato per poi transitare in Europa.

Vidal è un hotspot situato a 5 minuti di macchina dal centro di Chios, la sede del municipio dell’isola. Attualmente ospita 1060 migranti di cui 150 bambini con meno di 6 anni di età. È una distesa di container, 70 per l’esattezza, e gli operatori ci raccontano che ne servirebbero altrettanti. Souda, hotspot gestito dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Unhcr, è una realtà più piccola. Qui sono le tende a dare riparo ai 600 migranti ospitati.

Ho accettato volentieri di partecipare a questa missione organizzata dal Comitato delle Regioni che ha raccolto l’invito del sindaco di Chios, Manolis Vournous, nell’ambito dei lavori della piattaforma dei gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT). L’obiettivo è approfondire le sfide e le difficoltà con cui sono alle prese gli enti locali per acquisire nuovi elementi sul lavoro quotidiano nell’ambito della crisi dei rifugiati e sulle implicazioni economiche e sociali.

Tra i migranti alla frontiera di Chios  Raffaele Cattaneo
La delegazione del Comitato delle Regioni: Cattaneo è al centro del gruppo

Chios è un po’ come Lampedusa, altra isola vista come “terra promessa” da chi è in cerca di fortuna e, per questo, so o entrambe particolarmente colpite dal fenomeno migratorio. Anche Chios vive di turismo e la presenza dei profughi non ha certamente aiutato: le strutture alberghiere al momento hanno visto il 70% di prenotazioni in meno rispetto agli scorsi anni. Un impatto importante per l’indotto complessivo. Il fenomeno legato all’immigrazione non è temporaneo e per questo occorre trovare soluzioni stabili e permanenti. L’Unione Europea deve aiutare le autorità locali ad affrontare questo fenomeno. Abbiamo bisogno di risorse finanziarie e di strumenti anche per compensare i problemi generati dall’immigrazione. Le Regioni e i territori chiedono maggiori strumenti: per questo credo sia necessario che il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE), nato per rispondere alle grandi calamità naturali, sia garantito anche per compensare l’impatto economico generato dalla crisi dei rifugiati.

Un altro problema è quello legato alla presenza di minori non accompagnati. In Italia, ad esempio, al momento se ne contano circa 12 mila. Su questo tema (ed è la proposta che ho presentato come presidente della Calre, la Conferenza che riunisce le Assemblee legislative europee) si può certamente intervenire attraverso uno snellimento delle procedure di affidamento legato alle tante famiglie che generosamente desiderano accogliere questi ragazzi, evitando loro la permanenza in strutture che sono già al collasso.

La politica non puó stare dietro la scrivania quando si parla di migranti perché un conto è teorizzare politiche per fronteggiare questo fenomeno e un altro è trovarsi di fronte persone con le loro esperienze e i loro desideri. I rappresentanti degli enti locali, dei territori e delle Regioni si trovano a far fronte ogni giorno a questa emergenza. A Chios come nelle tante zone di confine della nostra Europa. Ringrazio per questa esperienza bella, intensa e vera che io credo potrebbe fare bene a chiunque.

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