Il questore in visita al Villaggio Sos di Morosolo

Tante le vicende personali osservate, come quella di Babacar e Mamadouri, due ragazzi di 15 anni arrivati dal Gambia, passati per i campi in Libia e ospitati al Villaggio da qualche mese

Questore in visita al Villaggio SOS di Morosolo

Visita di cortesia del questore di Varese Giovanni Pepè, accompagnato da Patrizia Coda, dirigente della divisione anticrimine, al Villaggio Sos di Morosolo.

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Ad accoglierli la presidente Elena Tegami Pavesi, il direttore Silvano Basili e il suo vice Stefano Guzzi, che hanno illustrato le attività del Villaggio, nato a metà anni Ottanta e che oggi ospita una cinquantina di persone tra mamme con figli piccoli, minori abbandonati o allontanati dalle loro famiglie, adolescenti e adulti, seguiti da una quarantina di persone fa educatori, addetti ed impiegati.

Presente anche il sindaco di Casciago Andrea Zanotti, che ha ricordato l’importanza del legame tra Villaggio e comunità, dello scambio presente da tanti anni e della ricaduta che la presenza delle persone ospitate al Villaggio ha per il paese: “A Casciago non ospitiamo profughi o richiedenti asilo in forma diretta, ma la presenza del Villaggio impone un rapporto costante e continuo negli anni con la realtà delle emigrazioni – ha detto Zanotti -. I ragazzi vanno nelle nostre scuole, frequentano le nostre società sportive, vivono il paese. È una responsabilità che sentiamo: negli anni abbiamo sviluppato e rafforzato la rete sociale, garantendo servizi e integrazione”.

La signora Pavesi ha illustrato la struttura, dalle case per le mamme con bambini fino a quelle dove vivono gli adolescenti. Tra Villaggio e Questura l’obiettivo che è emerso è quello di una maggiore collaborazione e un rapporto più stretto nella gestione di particolari situazioni, quelle più complesse in particolare.

Tra queste c’è senza dubbio quella dei minori non accompagnati, che spesso vengono portati al Villaggio di Morosolo (come in altre strutture simili sul territorio). Ci sono vicende personali come quella di Babacar e Mamadouri, due ragazzi di 15 anni arrivati dal Gambia, passati per i campi in Libia e ospitati al Villaggio da qualche mese.

Babacar vorrebbe giocare a calcio, dicono sia anche bravo, ma non può perché non ha nemmeno un documento, come il suo amico Mamadouri: vanno a scuola, ma per loro si dovrebbe fare qualcosa di più, per far sì che una volta fuori dal Villaggio possano avere diritti e doveri come ogni cittadino in un Paese civile.

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Pubblicato il 04 Aprile 2017
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