Ramadan: dopo la chiusura del sindaco, l’opposizione presenta una mozione

La richiesta: dare un'area alla comunità musulmana per il periodo. "Non vogliamo vittorie politiche, ma una soluzione". Forza Italia: "Strumentalizzano, ma noi siamo per il dialogo"

Ramadan 2016 Gallarate

 «Nessuna». Una risposta di una sola parola, quella data dal sindaco Andrea Cassani all’interrogazione congiunta di tutta l’opposizione (Pd e civiche CeV e Glalarate 9.9). Una risposta che ha lasciato stupefatte le forze di minoranza, ha fatto partire qualche risata dai banchi della maggioranza, ma ha lasciato anche qualche volto imbarazzato e sguardo sfuggente sui banchi della giunta.

Il sindaco ha negato nell’inverno scorso alla comunità musulmana la disponibilità del terreno di via Pacinotti: uno spazio comunale che era stato concesso dall’amministrazione Guenzani con una delibera per un periodo limitato, ma che era rimasto successivamente nella disponibilità dei fedeli islamici, mai revocato. Dopo il passo indietro di Cassani, si è aperto un dibattito che ha avuto un punto di (quasi) svolta: l’appello di monsignor Valagussa, che, ricordando la figura di Martini, ha sollecitato l’apertura di una fase di dialogo sul tema della convivenza interreligiosa (vedi qui). Una presa di posizione che ha visto poi qualche apertura da parte di alcune forze di maggioranza.

Nel consiglio comunale di giovedì sera – prima che emergesse lo scontro interno alla maggioranza (vedi qui) – il tema dell’area di preghiera per il Ramadan era uno dei momenti attesi. Perchè il Ramadan è ormai quasi imminente (inizierà al 25 maggio) e perché l’opposizione aveva scelto di sondare la disponibilità delle forze di maggioranza in modo soft, attraverso un question time. Rocco Longobardi, nel suo primo intervento di serata, aveva accarezzato il tema da lontano, parlando della necessità di una «città inclusiva (…) luogo di integrazione, di superamento dei conflitti che inevitabilmente esistono, di negoziazione, di servizi e di regole che devono essere chiare e valide per tutti». Poi è stata Margherita Silvestrini (Pd) a presentare l’interrogazione a risposta immediata, che chiedeva appunto genericamente quali soluzioni avesse in mente l’amministrazione. «Nessuna» è stata appunto la lapidaria risposta del sindaco, che ha spazzato via il tema.

Una posizione giudicata duramente da Giovanni Pignataro, Pd: «Io non ho mai visto in nessun consiglio comunale un sindaco che dà una risposta con una sola parola: il minimo è dire almeno il perché di una scelta, spiegare. Non è richiesto al sindaco, è richiesto dall’educazione minimatra le persone. Sarebbe stato inaccettabile su qualunque tema, ma tanto più che si è trattato un tema sensibile come la libertà religiosa in maniera vergognosa.  Con una risposta maleducata».Ma all’indomani l’opposizione non rinuncia ad affrontare il tema e ha protocollato una mozione, che chiede un impegno dell’amministrazione a “concedere, entro il termine massimo del 15 maggio 2017 nel rispetto delle norme e dei regolamenti comunali e a parità di condizioni con le altre associazioni, un’idonea area o struttura comunale alla comunità musulmana per la preghiera del venerdì e per la preghiera del mese del Ramadan”.

Marco Montemartini, di Città è Vita, la definisce «una strada di civiltà». «Riteniamo indispensabile avviare un dialogo con persone che – piaccia o non  piaccia – sono cittadini di Gallarate. La presa di posizione del sindaco è anche un pericolo per la città, giocando con le divisioni. Speriamo invece nella convergenza anche di qualche forza moderata, che nel centrodestra esiste: ci sono persone che hanno una storia moderata e che possono riflettere sul senso di questa proposta. Non ci interessa vittoria politica: già il passaggio con quesiton time era per evitare qualunque imbarazzo alla maggioranza. Nessun retropensiero, nessuna volontà di sollecitare crisi di maggioranza, ma invece di trovare una condivisione».

Una prima risposta viene subito da Alberto Bilardo, di Forza Italia, che è critico verso l’approccio dell’opposizione: «Avevano già pronta la mozione e hanno cercato di strumentalizzare in modo gretto e inqualificabile la comunità musulmana: il teatrino di stringere la mano ai musulmani presenti, fatto da persone che ha difficoltà a stringere la mano per strada a chiunque anche italiano, era il prodromo di quanto detto poi dal Pd. In loro non c’è desiderio di concordia, ma desiderio di andare allo scontro, per potersi ergere a cavalieri bianchi, dipingendo altri come cavalieri neri». Dietro alla critica feroce al Pd e a CeV, però, Bilardo assicura un impegno: «Noi invece siamo impegnati nel dialogo e del confronto, per cogliere il suggerimento di monsignor Valagussa. Noi continuiamo a spingere per costruire una soluzione rispettosa della Legge, condivisa dalla maggioranza, avendo cura per la sicurezza generale».

A questo punto forse la vicenda tornerà forse nel confonto di maggioranza, che in questo momento è già piuttosto agitato dalle divisioni interne. Certo, i tempi sono limitati, vista la scadenza imminente del Ramadan: «Confidiamo che ora fissino un consiglio entro metà maggio» commenta ancora Pignataro. «Se non ci fosse consiglio comunale prima del Ramadan, a nostro avviso sarebbe gravissimo»
Intanto la presa di posizione del sindaco ha suscitato anche qualche reazione nella società civile: le Acli, associazione del mondo cattolico, ha espresso «dissenso e forte preoccupazione» rispetto alla situazione creatasi.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Aprile 2017
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