Lavorare in Svizzera con la Lia: parlano gli esperti

A Ville Ponti il primo faccia a faccia tra le aziende italiane e la Commissione di Vigilanza Lia istituita in Canton Ticino. Al tavolo la direttrice Cristina Bordoli Poggi, avvocati iscritti all’ordine del Canton Ticino e Matteo Campari di Confartigianato

Sono quasi due anni ormai che si parla di Lia. Eppure, fino a oggi, le imprese varesine e varesotte del settore casa – per le quali la possibilità di operare in Canton Ticino è subordinata all’iscrizione all’Albo Lia – non avevano mai avuto la possibilità di esporre dubbi e richieste direttamente a tecnici ed esperti d’oltreconfine. A cominciare da Cristina Bordoli Poggi, direttrice della Commissione di Vigilanza Lia, prima relatrice al seminario “Lavorare in Svizzera e in Canton Ticino: norme, regole e tutele per le imprese”, promosso da Confartigianato Varese per fare il punto sulla norma cantonale oltre che per affrontare i temi del riconoscimento dei titoli professionali e di studio in Svizzera, delle assicurazioni necessarie per operare in Confederazione Elvetica e per esplorare la normativa sulle esecuzioni e le procedure di incasso.

Tra i temi a maggiore tasso d’interesse per gli imprenditori presenti (il seminario ha raggiunto il tutto esaurito), le opzioni legale al rinnovo o al mancato rinnovo annuale dell’iscrizione all’albo Lia, le sanzioni in caso di inottemperanza delle norme e l’indicazione di figure alternative a quelle del titolare nel registro imprese della Camera di Commercio in qualità Responsabile Tecnico per la Svizzera.

Questione rinnovi: sul punto, Cristina Bordoli Poggi è stata chiara. «In caso di mancato rinnovo annuale dell’iscrizione, la pratica di iscrizione dovrà ricominciare da zero». I solleciti, che nel 2017 sono stati numerosi, in futuro caleranno di numero e in frequenza e, per questo, sarà necessario affidarsi a una buona memoria o ad esperti del settore.

Nel solo 2017, tanto per dare qualche numero, le richieste sono state tremila mentre le iscrizioni complessive, ad oggi, hanno sfondato il tetto delle cinquemila. Per quanto concerne, invece, la mancata applicazione delle norme di legge, la direttrice della Commissione di Vigilanza ha ricordato che i controlli sono in corso e che, in caso di violazioni gravi o importanti, le sanzioni possono arrivare fino a trentamila franchi e prevedere, in alcuni casi, la radiazione dall’Albo. Il che significa dire addio al lavoro nel Cantone di lingua italiana.

Da ricordare, infine, che la mancata iscrizione all’Albo impedisce di operare in Ticino: in caso di trasgressione, la violazione è di tipo penale. Infine, la “questione-quiz”, che a oggi ha rappresentato il vero ostacolo per le imprese al cui titolare non sono stati riconosciuti i requisiti necessari all’iscrizione all’Albo. Dopo il via libera all’indicazione – nel registro imprese della Camera di Commercio – di un Responsabile tecnico per la Svizzera, ecco un’ulteriore buona notizia. Qualora un’azienda operi in più settori, è possibile individuare un RtS per ciascun settore.

«L’albo Lia ha migliorato la regolamentazione all’interno del Cantone e, al contempo, ha garantito un’opportunità alle aziende italiane iscritte: ovvero la possibilità di sfruttare questo plusvalore come leva di marketing» hanno aggiunto gli esperti. Tanto più che all’indirizzo www.albo-lia.ch/it/albo la consultazione è rapida, e i dati ì aggiornati.

All’incontro hanno preso parte Matteo Campari, servizio Internazionalizzazione Confartigianato Imprese Varese; Maurizio Loria, commercialista e revisore dei conti; Marco Ruggero, avvocato iscritto all’ordine degli avvocati del Canton Ticino; Ivan Marci, avvocato iscritto all’ordine del Canton Ticino e Alberto Alessandro Pasciuti, docente di diritto elvetico e avvocato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Ottobre 2017
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