Quando anche a Varese ci si “attaccava al tram”
Le ultime corse del trenino che dal capoluogo portava in molte località del nord della provincia in un video riscoperto da Valganna.info. Glorioso passato che oggi avrebbe pesato nella lotta all’inquinamento atmosferico
Pianura padana piena di veleni nell’aria? L’unica alternativa, nel breve periodo potrebbe essere quella di “attaccarsi al tram”, come si dice a Milano.
Si diceva, anzi. “Sì, sì, taches al tram”, e così veniva liquidato il problema che non ti riguarda.
Questo perché al tram, un tempo, ci si attaccava per davvero: le porte erano a perte e quando il convoglio rallentava in prossimità della fermata bastava un balzo ed eri a bordo, senza pensarci troppo.
Succedeva anche a Varese come viene raccontato nel raro filmato d’epoca pubblicato su Youtube da Paolo Ricciardi, animatore di Valganna.info dove si può ammirare un passato in bianco e nero fatto di piccoli treni alimentati ad energia elettrica e in grado di collegare Varese a Luino, Cittiglio al resto della Valcuvia, fino al confine con la Svizzera.
Già, la Svizzera: mentre la linea venne dismessa oltre mezzo secolo fa, oggi la ferrovia Lavena Ponte Tresa-Lugano (il “tram-treno”) non solo resiste, ma viene potenziata: paese che vai usanza che trovi, tanto che i nostri vicini di casa la sostenibilità ambientale dei trasporti l’hanno nel sangue, anzi in Costituzione, e la rispettano.
E da noi? L’antico trenino della Valganna veniva dismesso a metà degli anni Cinquanta, con la famosa, triste, ultima corsa.
Oggi per tornare a respirare si sta pensando addirittura a alla conversione della produzione industriale auto per togliere di mezzo i motori diesel, banditi in alcune città tedesche: troppo alti i livelli di ossido di azoto, tanto da conferire alle comunità locali il potere di bloccare l’ingresso delle auto a gasolio nei centri abitati. A Roma succederà dal 2024, e ci si deve aspettare lo stesso anche per altre città.
Un procedimento lungo e forse doloroso dal punto di vista economico, per una filiera industriale che in Italia vale 5 miliardi (fonte: Il Sole24Ore).
La possibilità di sfruttare l’energia elettrica, magari realizzata con fonti rinnovabili o comunque meno impattanti torna quindi un tema al centro di politiche su mobilità, ambiente e di salute pubblica.
Non ci resta che ammirare le immagini dei trenini attraversare un centro Varese fatto di poche auto e qualche bici, gente a piedi; piccoli viaggi composti da sogni ad occhi aperti in un paesaggio innevato appena fuori dal finestrino, nelle gelide vallette, tra laghi e monti.
Un risveglio brusco ci porta alla realtà fatta di targhe alterne, del nuvolone grigio ripreso dal satellite sulle regioni del Nord, e i morti per le patologie cardio polmonari che hanno numeri da bollettino di guerra: 30mila decessi ogni anno.
In termini di mesi di vita persi, l’inquinamento accorcia la vita di ciascun italiano di 10 mesi in media: 14 per chi vive al nord, 6,6 al centro e 5,7 al sud e nelle isole (fonte: ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).
L’unica soluzione che ci resta? Attacchiamoci al tram.
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