“Trasparenza, riesamineremo il progetto del centro sportivo”

"Farlo o non farlo? L'importante è fare bene". Giacomo Buonanno, del gruppo Noi ci siamo, richiama il princìpio della trasparenza. Non solo sul'urbanistica

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Ripartire dalla trasparenza. Legata a doppio filo al tema della legalità, la trasparenza è la parola d’ordine del gruppo “Noi ci siamo”, lista dell’area centrosinistra per le prossime elezioni del 10 giugno.

Giacomo Buonanno riparte dal tema dell’urbanistica, così delicato a Lonate oggi. E riparte da uno dei casi che più hanno fatto discutere negli anni: quello del centro sportivo che si dovrebbe realizzare (così dice il Pgt) nella zona a Ovest della frazione Sant’Antonino. «Sul Centro sportivo, negli anni passati, dalle amministrazioni Gelosa-Rivolta dal 2004, c’è sempre stata poca trasparenza» dice Buonanno. «Noi vorremmo riesaminare tutta la situazione, per trovare una soluzione scevra da ogni conflitto d’interesse, una soluzione che guardi al bene della comunità e non a interessi privati. E questo anche per una questione di rispetto per chi ha vissuto l’illusione degli ultimi quindici anni, quando il progetto è stato riproposto per anni».

Serve davvero un centro sportivo? È in grado di sostenersi? «Dobbiamo evitare errori come quello di Gallarate, dove la piscina è oggi chiusa per tanti errori di gestione. Vogliamo capire cosa serve, come serve, come si può relazionare con altre strutture del territorio. E vogliamo condividere questa attività di progettazione con i cittadini, magari anche non solo lonatesi ma anche dei dintorni. È necessario affrontare questo tema in modo serio, non promettendo di farlo o di non farlo. Noi vogliamo farlo bene, come bisogna fare tutto: e per fare bene occorre pianificare, che vuol dire studiare».

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Al di là di questo, la lista “Noi ci siamo” richiama appunto anche la necessità di fare della trasparenza il cardine dell’azione dell’amministrazione sul versante urbanistico. «Una trasparenza che è mancata sul tema urbanistico per quindici anni, non solo sul centro sportivo, come è emerso poi dall’indagine a carico di Rivolta» (che riguarda diverse pratiche in paese).

Ma la trasparenza riguarda anche altro. Ad esempio l’introduzione della trasmissione in streaming dei consigli comunali e delle commissioni. «Non è un problema tecnologico, oggi: era stato richiesto quando ero consigliere, io avevo registrato l’audio e poi anche video con il blog dei Democratici Uniti. Ma un conto è se lo fa un consigliere, un conto se lo fa l’istituzione Comune: da allora non si è fatto più nulla, né da Gelosa né da Rivolta».

Altra priorità, per “Noi ci siamo” è «dare trasparenza alla macchina comunale, riorganizzare i processi per rendere visibile ai cittadini lo stato di avanzamento delle pratiche». E poi anche «ridare dignità al lavoro del dipendente comunale»: «non fosse stato per alcuni di loro, la situazione di Rivolta non sarebbe mai emersa e non sarebbe stata presa in mano dalla magistratura».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 19 Aprile 2018
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