Officina Contemporanea

Davide Boriani presenta la sua monografia al Maga

Oltre dieci anni di lavoro per documentare e raccogliere l’intero percorso dell’artista

Arte - Mostre

Al museo Maga è stata presentata la monografia su tutta l’arte di Davide Boriani dal titolo “Davide Boriani. Arte cinetica, programmata, interattiva”, curato da Lucilla Meloni ed edito da Manfredi Edizioni. Insieme alla direttrice del museo Emma Zanella che ha presentato l’incontro, proprio l’artista milanese con Giovanni Andreschi con il qual è stato uno dei principali esponenti del Gruppo T nel 1959.

L’artista ha sottolineato il lavoro impiegato per realizzare questa opera: “Ci ho messo 10 anni per realizzare questo libro. Guardando a ritroso la mia carriera, mi sono reso conto di quanto abbia fatto nel corso degli anni. Mi sono sempre definito una persona pigra, proprio per questo non pensavo di aver fatto tutto questo”.

Il libro è composto da più di 500 pagine in cui vengono ripercorsi i sessant’anni di carriera di Boriani. La sua motivazione? Pigrizia e superbia: “Sono sempre stato pigro, e ciò mi ha indotto a fare le mie opere con calma, a ripensarci più e a perfezionarle di volta in volta. In più sono sempre stato superbo. Ho sempre apprezzato le mie istallazioni e non ho mai pensato che necessitassero di grande pubblicità. Infatti, non mi sono mai impegnato nel far conoscere i miei lavori; col senno di poi posso dire che questo mi ha penalizzato”.

La conversazione, quindi si sposta sul Gruppo T, in particolare sulle sue collaborazioni: “Abbiamo lavorato con Fontana, Piero Manzoni (Boriani è stato un amico personale di Manzoni) e la sua rivista Azimuth. Con Fontana ci vedevamo spessissimo, ci influenzammo a vicenda, ma il Gruppo T prese una sua strada autonoma”.

Boriani ha spiegato come alcune loro realizzazioni fossero ritenute scandalose all’epoca per il semplice utilizzo di materiali usuali nel design, ma ancora mai utilizzati nel campo dell’arte: “La nostra arte (il Gruppo T è all’origine dell’Arte Programmata, ndr) non era molto capita all’epoca. Se nei primi anni ebbe un discreto successo, venne completamente spazzata via nel 1965 quando nacque la Pop Art. Venimmo rivalutati anni dopo allo scoppio della Rivoluzione Informatica, quando cominciò a svilupparsi il concetto di cibernetica che noi, modestamente e in maniera molto sperimentale, avevamo anticipato”.

Per il Maga presentare questo libro è un orgoglio, considerando che l’edizione speciale del libro, di cui sono state stampate solo 99 copie, è venduta solo al Museo.

Questo articolo rientra nel progetto del Social Team di [OC] Officina Contemporanea, la rete per la cultura a Gallarate
Marco Caccianiga

di
Pubblicato il 23 Maggio 2018
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