Dopo una causa durata 30 anni lo sfrattano dalla sua fattoria

Pierino Brandazza di 82 anni ha lavorato per una vita nell'azienda agricola di famiglia. Ora sta vivendo il capitolo più difficile della sua esistenza. Per non separarsi dalle sue mucche da latte ha dormito anche in un camper

Avarie

La storia di Pierino Brandazza è una storia che interroga tutti noi sul rapporto che c’è tra diritto e giustizia perché a volte accade che la giustizia si perda tra le righe della legge, proprio come è capitato a questo imprenditore agricolo di 82 anni di Golasecca. Una causa legale con i due fratelli che va avanti da 30 anni per una questione di eredità relativa alle proprietà immobiliari dove Pierino svolge legittimamente la sua attività agricola da oltre sessant’anni.

Ricevere nel giro di pochi mesi ben dieci visite dell’ufficiale giudiziario per l’esecuzione dello sfratto dei terreni, della stalla e soprattutto della casa metterebbe a dura prova chiunque, a maggior ragione uno come Pierino che in quella cascina ha imparato tutto quello che sa della coltivazione della terra e dell’allevamento delle mucche da latte. «L’ultima volta è stato trascinato fuori e sistemato su un terrazzo con una sedia» racconta la figlia Paola Brandazza con la voce rotta dall’emozione. «Gli hanno chiuso il gas, staccato il quadro elettrico e consegnato un fornelletto da campeggio per poter cucinare. Una pressione psicologica enorme per un uomo della sua età».

Il giorno prima dell’ultima esecuzione, il 10 ottobre del 2017, la corte d’appello di Milano aveva accolto la richiesta di opposizione avanzata dai legali dell’agricoltore. Un segnale importante, una tregua in una guerra infinita di atti giudiziari, ma anche il riconoscimento implicito che forse l’imprenditore agricolo di Golasecca, nonostante il diritto delle controparti, meritava maggiore tutela. «Il giudice dell’appello – racconta Paola Brandazza che da anni segue passo passo la vicenda – rivolgendosi agli avvocati li esortò a trovare un accordo soprattutto per tutelare mio padre».

Esortazione raccolta dai legali di Pierino che in base a una perizia fecero un’offerta allineata al valore di mercato degli immobili. Proposta rifiutata o meglio rivalutata dalle controparti ben al di là delle possibilità economiche dell’agricoltore. Nel frattempo Pierino ha vissuto per un mese e mezzo in un camper nella stalla. Separarlo dalle sue mucche da latte è praticamente impossibile, così come allontanarlo dalla terra che coltiva da oltre mezzo secolo. La figlia gli ha lasciato la propria casa che è nella stessa corte, proprio per evitare al padre un distacco troppo doloroso. «È un uomo onesto – sottolinea Paola Brandazza – e non merita certo una vecchiaia così travagliata e piena di sensi di colpa, per qualcosa che non ha fatto, ma che ha subìto. Per risolvere questa questione basterebbe solo buon senso». 

Una domanda sorge spontanea: perché c’è stata una escalation delle richieste di esecuzione solo negli ultimi quattro anni? «Su quell’area ci sono evidenti appetiti immobiliari – conclude Paola Brandazza – e questo è il motivo per cui è stata rifiutata anche la nostra proposta di transazione».

Per il momento al civico 5 di via Colombo a Golasecca c’è ancora il cartello che riporta la scritta “Azienda agricola di Brandazza Pierino e Fabio”. Almeno fino al 5 luglio, giorno della prossima esecuzione.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 30 Giugno 2018
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